Tra Europei e Mondiali, l’ossessione di Cristiano Ronaldo trascina il Portogallo
Quando un determinato calciatore gioca quasi ogni partita per superare un nuovo record storico vuol dire che è entrato nella leggenda ed è già qualcosa di mitologico nel corso della sua carriera agonistica. Questo accade ormai da qualche anno a Cristiano Ronaldo che punta a quasi tutti i record possibili, in ogni competizione a cui partecipa, perfino a quello del maggior numero di gol segnati in carriera, un record che per tanti era quasi impossibile anche solo da immaginare per la difficoltà nel segnare tanti gol in una singola partita nel calcio contemporaneo contro qualsiasi tipo di avversario. Che giochi per la Juventus o per il Portogallo.
In questi Europei il calciatore portoghese scende in campo per superare parecchi record. Prima di tutto potrebbe superare definitivamente Platini e diventare il calciatore che ha segnato più gol nelle fasi finali dei Campionati Europei. In questo momento Michel e Cristiano hanno lo stesso numero di gol, nove, con il francese che li ha segnati tutti nel 1984, mentre il portoghese li ha spalmati dal 2004 al 2016. Già che ci siamo e solo Cristiano ci può anche solo pensare ci sarebbe proprio quel record di gol segnati in una sola edizione. Nove gol agli Europei sono difficili da realizzare, ma mettendoci che c’è un turno in più e che il Portogallo gioca espressamente per mandare il suo numero 7 in gol, è una pazza idea che si può anche avere.
Un record è già suo e può solo migliorarlo, ovvero dei match disputati nelle fasi finali di un Europeo. Sono ben 21 e in seconda posizione ci sono due calciatori che non possono dargli fastidio, Bastian Schweinsteiger, con 19 presenze e Gianluigi Buffon con 18 partite disputate. Altra classifica in cui potrebbe entrare sono i triplettisti degli Europei, nomi molto interessanti a cui far compagnia. A segnare tre gol in una sola partita sono stati Michel Platini della Francia (addirittura due volte nel suo incredibile Europeo casalingo del 1984), Dieter Muller e Klaus Allofs per la Germania, Marco Van Basten e Patrick Kluivert per l’Olanda, Sergio Conceicao per il Portogallo e David Villa per la Spagna.
Infine un record che è più frutto del caso ma a cui Cristiano Ronaldo può guardare è il gol più veloce segnato in una fase finale di un campionato europeo. Il primato è di Dimitri Kirichenko che, contro la Grecia nel 2004, ha segnato dopo appena un minuto e sette secondi (poi la Grecia ha girato due viti, messo a punto il meccanismo difensivo e sappiamo com’è andata a finire).
“Ha vinto tutto a livello di club, il Mondiale è il grande titolo che manca a Cristiano dopo aver vinto l’Europeo nel 2016. Futuro? Se vuole un consiglio, posso darglielo personalmente. Lo conosco bene, lo alleno da quando ha 18 anni e abbiamo un ottimo rapporto. Parliamo molto, ma le conversazioni fra amici restano private”- Fernando Santos
Tutto questo parlare di record personali però non deve distogliere l’attenzione per il motivo vero per cui Cristiano Ronaldo, il Portogallo e tutti gli altri sono in questo mese in giro per l’Europa a giocare a calcio, ovvero vincere.
Il Portogallo di CR7 ha vinto l’ultima edizione e ripetersi è difficilissimo. Però il tecnico Fernando Santos ha una squadra anche migliore di quella di cinque anni fa, calciatori che al tempo erano giovani sono molto cresciuti e c’è sempre il centravanti-uomo squadra che regge ancora l’urto con il tempo che passa. Questi Europei e i prossimi e vicinissimi Mondiali di Qatar 2022 sono da vedere insieme e da immaginare per il Portogallo come la vera e propria fine di un’era. Per quello che si è visto nelle categorie giovanili, il Portogallo senza un Cristiano Ronaldo nel futuro tornerà al suo atavico problema del finalizzare le decine e decine di azioni che i loro meravigliosi calciatori svilupperanno.
“Parliamo di tre anni da ora. Non so se Ronaldo giocherà. Con Cristiano è sempre difficile fare delle previsioni ma fisicamente è fortissimo, è una macchina. Cura il suo corpo in modo perfetto sotto ogni aspetto, è un atleta straordinario, ma è difficile dire se ci sarà o meno in questo momento. Dipenderà da lui e dalle sue motivazioni. Ci sono molti fattori che possono influire nella sua decisione. Penso che ai prossimi Mondiali ci sarà, manca soltanto un anno e mezzo” – Fernando Santos
L’orizzonte sembra almeno in apparenza e senza controprove assolute far fare un ritorno al passato a una squadra che da Eusebio in poi ha sempre cercato un centravanti capace di segnare almeno una parte dei gol che la squadra gli metteva a disposizione. L’astro venuto da Madeira ha per anni meravigliato e risolto questo antico dilemma. Chissà in futuro, ma avere tra le mani un Cristiano Ronaldo a ogni generazione vuol dire davvero chiedere troppo al fato.