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Tra club e nazionali esplode il caso Covid: “Siamo noi che li paghiamo, non li lasceremo andare”

L’allenatore del Liverpool Jurgen Klopp ha parlato della prossima sosta per gli impegni delle nazionali, dimostrandosi pronto in accordo con la società, a non lasciar partire i suoi giocatori attesi da lunghe trasferte in Paesi inseriti nella lista rossa dell’emergenza Covid. Il motivo? Il fatto che al ritorno dovrebbero mettersi in quarantena per 10 giorni e dunque saltare diverse partite. Una situazione che potrebbe rappresentare un precedente e creare un corto circuito tra club e federazioni.
A cura di Marco Beltrami
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Come si comporteranno i club in occasione della prossima sosta per gli impegni delle nazionali? L'emergenza Covid e la possibilità di una quarantena dopo le lunghe trasferte che attendono i calciatori, sono uno spauracchio che spaventa le società, in vista poi della ripresa dei campionati. In questo scenario la posizione del Liverpool, che a detta di Klopp è pronto a blindare i propri giocatori rischia di creare un precedente e far esplodere un caso tra i club e le varie federazioni.

In occasione della conferenza stampa di presentazione del big match contro il Chelsea, l'allenatore del Liverpool Klopp, ha parlato dell'argomento relativo alla prossima sosta per le nazionali. I Reds sulla carta dovrebbero "perdere" una serie di calciatori stranieri, convocati dalle rispettive rappresentative e attesi chi più chi meno da lunghe trasferte. Il problema è quello relativo alle direttive del governo inglese in termini di emergenza Covid: alcune destinazioni infatti rientrano nella lista dei 33 paesi attualmente "rossa" che impone al ritorno una quarantena in stanza d'albergo per 10 giorni.

Questo significa che per esempio i brasiliani Alisson Becker, Fabinho e Roberto Firmino che dovrebbero volare in Sudamerica (il 26 marzo in programma le qualificazioni alla Coppa del Mondo contro la Colombia, e il 30 il big match con l'Argentina) e Diogo Jota che dovrebbe rientrare in Portogallo (qualificazioni Mondiali il 24 marzo contro l'Azerbiaigian, e trasferte con Serbia e Lussemburgo rispettivamente 27 e 30 marzo), al ritorno in Inghilterra tra fine marzo e inizio aprile, dovrebbero mettersi in quarantena per 10 giorni. Una situazione che impedirebbe loro dunque di fatto di giocare contro Arsenal, Aston Villa e nell'eventuale quarto d'andata di Champions.

Una situazione inaccettabile per Klopp che dopo l'emergenza infortuni di inizio stagione del suo Liverpool, non vuole correre il rischio di perdere pedine preziose in una fase cruciale della stagione. Il manager tedesco ha dichiarato: "Non possiamo lasciarli andare se dovranno mettersi poi in quarantena in un hotel… li paghiamo, quindi siamo la prima priorità". Il rischio di innescare una lite tra i club e le varie federazioni nazionali non preoccupa Klopp: "Penso che tutti i club inglesi, concordino sul fatto che non possiamo semplicemente lasciare che i ragazzi se ne vadano e poi risolvere la situazione quando tornano con una quarantena di 10 giorni in un hotel o altro. Semplicemente non è possibile. Capisco le esigenze delle federazioni, ma non possiamo rendere tuti felici. Noi paghiamo i calciatori e siamo la prima priorità".

Una situazione che ovviamente rischia di provocare un corto circuito tra federazioni e club, anche se la FIFA ha disposto in passato delle esenzioni per i club in modo da non essere più obbligati a lasciar partire i calciatori, in caso di quarantena di 5 o più giorni al loro ritorno. Bisognerà ora vedere se questa presa di posizione del Liverpool, che potrebbe indicare la strada anche ad altre società, non spinga il massimo organo calcistico internazionale ad aumentare la sua flessibilità.

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