Totti racconta l’incontro con un ex compagno per tornare a giocare: “Perché non ci dai una mano?”

Francesco Totti fa un segno con due dita: "È mancato tanto così". Era dunque tutto vero, non una fandonia o una follia, come poteva apparire inizialmente: l'ex capitano della Roma davvero sarebbe potuto tornare a giocare in Serie A a 48 anni, a distanza di parecchi anni dal ritiro, avvenuto tra le lacrime il 28 maggio 2017. È lo stesso Totti a raccontare adesso come sono andate realmente le cose, chi lo ha cercato e gli ha messo in testa quella pazza idea, e perché poi ha lasciato perdere, anche se era convinto di essere all'altezza del massimo campionato italiano: "Per quello che c'è in giro adesso…".

Un ex compagno chiede a Totti di tornare a giocare nella sua squadra: "Se ti alleni, puoi fare questa pazzia"
"Allora, c'è stato un un incontro con alcune persone. Spiego com'è andata, voglio essere trasparente – spiega il Pupone – Ho incontrato alcune persone, nell'ambito calcistico, qualcuno con cui ho giocato. Quel giocatore mi ha chiesto scherzosamente: ‘Perché non ci vieni a dare una mano?' Io gli ho detto: ‘Ti voglio bene, ma non so più un ragazzino'. Lui ha detto: ‘Guarda che se t’allenassi 2-3 mesi, 4 mesi, puoi fare sta pazzia'. Allora da lì mi ha fatto scattare qualcosa, capito? Allora ho detto: ‘Vabbè, adesso rinizio a allenarmi, vediamo un attimo come mi sento. E fondamentalmente mi sentivo bene, cioè non avevo problemi fisici, il fisico reagiva come se veramente avessi 30 anni, 33 anni".
L'identikit così tratteggiato porta ad Alberto Gilardino – compagno di nazionale di Totti e assieme a lui campione del mondo nel 2006 – e al Genoa, squadra che il biellese allenava all'inizio di questa stagione prima che fosse sostituito da Vieira. Lo stesso Totti lo aveva fatto capire quando aveva detto che avrebbe dovuto "vivere vicino a Cassano" qualora avesse accettato la proposta.
Totti torna ad allenarsi e si sente benissimo, ma nei suoi pensieri spunta la Roma: "Non mi sembrava corretto"
Ma poi cosa è successo? Francesco lo svela nel prosieguo del suo racconto a ‘Cronache di spogliatoio': "Allora l’ho chiamato, ci ho parlato, gli ho detto: ‘Guarda, se vuoi non sto male, però mi serve un altro mesetto buono, perché un discorso è il campo, un altro discorso è che ti alleni con un preparatore esternamente al campo. M'ha detto: ‘Vabbè, io ti aspetto, fammi sapere, che così facciamo un incontro con chi di dovere'…".

A quel punto però è stato Totti a rimuginare sul da farsi, con la Roma che è rispuntata nei suoi pensieri: "E poi niente, mentre m'allenavo, m'allenavo tutti i giorni, alla fine poi mi sono un attimo fermato e ho detto: ‘Certo, non sono andato prima in altre squadre quando potevo, adesso iniziare dopo 7 anni, per fare 6 mesi, un anno, in un'altra squadra, non mi sembra corretto'. Perché poi, ritrovare quello che abbiamo fatto in pochi, rimanere con un'unica squadra, un'unica maglia, penso che nessun altro giocatore riesca a fare quello che abbiamo fatto noi, io e Maldini, penso non ce ne stanno tanti".
Da lì la decisione di dire no al vecchio amico: "E allora ho pensato, ho preso quelle due, tre persone vicino a me e ho chiesto consigli, e da lì ho detto: ‘Per rispetto di quello che ho fatto, voglio continuare a mantenere questo rispetto'. Però c'è stata una possibilità, è mancato tanto così".
Francesco mette una pietra sopra il calcio giocato, a meno che… "Se mi dovesse chiamare la Roma, ci penserei"
Totti resta convinto che avrebbe potuto ancora dire la sua in Serie A a quasi 50 anni e lascia una porta aperta, ma per una sola squadra… "Sarebbe stata una cosa impensabile, è quello che mi spingeva. Anche perché, dico la verità, figure di… non le avrei fatte, per quello che c'è in giro adesso. Potevo stare in un contesto di squadra, poi sicuramente avrei aiutato anche i giovani, un po' d’esperienza ce l'avevo. Se escludo questa cosa definitivamente? Sì, basta, sennò divento patetico… certo se mi dovesse chiamare la Roma, ci penserei".