Totti e la guarigione dal Covid: “Mi ha ringraziato poi dopo qualche giorno mi è arrivato un pacco”
Qualche settimana fa è stato lo stesso Francesco Totti a raccontare la grande paura avuta dopo aver contratto il Covid alla fine dello scorso anno, senza fare tanti giri di parole: "Ci sono voluti 24 giorni per guarire. Ho preso il Covid in una forma abbastanza aggressiva. Mi è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. Ho avuto febbre a 40°, tosse continua. Mi sentivo stanco e non avevo fame. A un certo punto la saturazione è scesa a 89-90 e avrei dovuto ricoverarmi ma ho rifiutato. Avevo paura, per quello che era successo a mio padre due mesi prima. Con i farmaci sono riuscito ad uscirne, ma è stata veramente dura".
Quello che l'ex capitano e leggenda della Roma non ha raccontato lo svela ora chi era dall'altra parte della barricata, ovvero chi aveva il compito di curarlo al meglio per far finire l'incubo: Monica Rocco, docente ordinario di Anestesia e Rianimazione all’università La Sapienza e responsabile del reparto di Terapia Intensiva all’ospedale Sant’Andrea di Roma.
Tutto è cominciato quando la dottoressa una sera ha ricevuto la telefonata da Milano del professor Alberto Zangrillo del San Raffaele che aveva in cura Totti e ha chiesto alla collega di recarsi a casa del campione per poterne valutare da vicino le condizioni e gli eventuali rischi, se fossero tali da suggerirne il ricovero. La Rocco si è trovata davanti un uomo di 44 anni che aveva la febbre alta e respirava a fatica, al punto di riuscire a dire solo poche parole.
"Mentre i suoi familiari per fortuna, si sono ammalati in maniera lieve, lui invece si è contagiato in una forma abbastanza aggressiva – si legge su ‘Repubblica' – Come lui stesso ha raccontato gli era stata diagnosticata una polmonite bilaterale e aveva la febbre a 40 gradi. Non aveva paura di ricoverarsi, mi diceva solo ‘dottoressa se dobbiamo andare, andiamo'. Un particolare che mi è rimasto nel cuore: nel suo momento di massima fragilità e di ansia, era lui a tranquillizzare la sua famiglia, la moglie soprattutto".
Alla fine si decise di non ricoverarlo e le cose sono andate per il meglio.
"L’ho visto migliorare di giorno in giorno, piano piano, farmaco dopo farmaco. Abbiamo applicato a Totti gli stessi protocolli di tutti gli altri pazienti comprese manovre come la pronazione per tenere liberi i polmoni che ormai tutti ci siamo abituati a vedere. Un ulteriore peggioramento e sapevano tutti e due che doveva andare in reparto. Il giorno che gli abbiamo annunciato la guarigione con lui c'era la moglie. Mi hanno semplicemente detto ‘grazie dottoressa per averci fatto uscire da questo incubo'. Qualche giorno dopo a casa mi è arrivato un pacco. Dentro c’era la maglia firmata dal mio campione finalmente guarito. Ora troneggia nella stanza dei miei figli".