Totò Schillaci e la minaccia più assurda sentita su un campo di calcio
Meglio un giorno da leone o cento da pecora? A questa domanda Massimo Troisi in un film rispondeva: "Non si può fare cinquanta da orsacchiotto?". Totò Schillaci ha vissuto un'estate da leone, quella indimenticabile del 1990. Lui, come sanno pure quelli che il calcio all'epoca non lo seguivano o che non erano nati, era stato l'eroe delle ‘Notti Magiche'. Un Mondiale che l'Italia sognava, che voleva vincere e che invece chiuse al 3° posto, dopo una sconfitta ai rigori con l'Argentina di Maradona e il successo con l'Inghilterra nella ‘finalina' di Bari. Schillaci fu il capocannoniere con 6 reti. Fece gol a tutte le avversarie, tranne gli Stati Uniti. Un Mondiale memorabile.
Si sa però che i grandi traguardi portano anche grandi responsabilità. E nel campionato successivo Totò Schillaci era uno dei giocatori più attesi. Lo è anche la Juventus che nonostante abbia vinto Coppa Uefa e Coppa Italia ha liquidato Dino Zoff e lo ha sostituito con Gigi Maifredi, uno dei profeti del calcio champagne che propone una squadra super offensiva, e che con Baggio e Schillaci ha grandi ambizioni. Il campionato sarà deludente, la Juve per la prima volta dopo oltre trent'anni non si qualificherà per le coppe europee. Totò segna solo 5 gol in campionato e si fa notare per un episodio particolare, che fece passare agli onori delle cronache non solo sportive il bomber.
Schillaci minaccia Poli
L'11 novembre del 1990 al Dall'Ara di Bologna si presenta la Juventus, è una sfida importante. Maifredi torna a casa e sfida la squadra che ha riportato in Serie A. La Juve non brilla, il gioco spettacolare non si vede, ma i bianconeri vincono una partita spigolosa contro un Bologna che va avanza in Europa, ma finirà in Serie B. Finisce 1-0 per la Juve, rigore di Baggio, con tanti rimpianti per i padroni di casa che sbagliano un rigore con Detari, talentuoso numero 10 ungherese.
Ma il risultato dell'incontro passa in secondo piano per la frase fortissima di Totò Schillaci. L'attaccante in tutta la partita viene punzecchiato da Fabio Poli, onesto mediano che fa il suo mestiere e usa tutte le armi che ha a disposizione, qualche parola di troppo e un paio di entrate al limite. Quando la partita finisce Schillaci e Poli continuano a battibeccare. La querelle va per le lunghe. Totò dice qualcosa a Poli, che gli mette una mano sul volto, il calciatore si infuria e gli dice: "Ti faccio sparare in bocca". Apriti cielo. Si innescano polemiche feroci. Quella frase è tremenda. Finisce con una doppia sanzione da parte del giudice sportivo. Due turni di squalifica a Fabio Poli, uno per l'eroe di Italia 90, per il quale quel Mondiale sembrava già lontanissimo.