Torino, Cairo: “La prossima stagione può ripartire solo dal 20 ottobre in poi”
Urbano Cairo, presidente del Torino, è tra coloro che restano sospesi davanti alle incertezze che la stagione attuale sta riservando in caso di ripartenza. Ancora alcuni casi, per fortuna, isolati di positività: una preparazione che stenta ad essere considerata sufficiente per evitare pericoli di infortunio; una sicurezza sanitaria che non potrà mai essere totale. E soprattutto, i dubbi sulle tempistiche, sempre più stringenti e che mettono a dura prova società e giocatori. Anche se oramai il verdetto sembra essere chiaro – ripresa più per il 20 giugno che per il 13 – il patron granata non è persuaso.
Urbano Cairo non è il solo, molti suoi pari in Serie A hanno già manifestato più di un dubbio sulla ripartenza di una stagione oramai irrimediabilmente compromessa dalla pandemia. C'è il patron del Cagliari Giulini che ha già sottolineato le difficoltà oggettive da affrontare – soprattutto per un club isolano come quello sardo – o il numero uno dell'Udinese, Pozzo che ha rimarcato i propri dubbi. Senza dimenticare Cellino, presidente del Brescia che mai si è tirato indietro nel dichiarare la propria contrarietà alla ripresa della Serie A. Adesso è il turno di Urbano Cairo che usa toni forse più miti ma che punta l'indice sulle problematiche con cui inevitabilmente si arriverà a confrontarsi.
Ormai sembra più che chiaro: il 13 o il 20 giugno si riparte anche perché ci sarebbe il protocollo. Ma per i giocatori, che sono stati fermi per due mesi e mezzo, riprendere sarà molto faticoso e rischioso per gli infortuni. In questo momento di ripresa delle sedute, tutti si allenano con attenzione perché hanno paura di farsi male. Dopotutto il calcio resta sempre uno sport di contatto
Ai microfoni Rai, il patron granata non tira indietro il braccio dopo aver lanciato il sasso. Anche lui, come altri club di Serie A al momento delle scelte ha optato per la ripresa. Non è un dietrofront ma la consapevolezza che se la ragion di stato porta a concludere la stagione, c'è anche il sentimento personale di dover affrontare l'incognito, un futuro che nessuno può permettersi di tracciare se non il virus stesso: "Io qualche dubbio l'ho sempre nutrito, ma se si deve giocare si gioca. Sono anche uno che si adegua ai voleri della maggioranza e come gli altri club ho votato per la possibile ripartenza".
Al di là della correttezza della competizione, falsata da oltre due mesi di stop, e delle modalità che si adopereranno, Urbano Cairo resta perplesso anche sul futuro più lontano, quello della stagione 2020/2021 che rischia di essere compromessa. Dalla Lega e dalla Federazione si parla di un avvio al 13 di settembre, una data che non convince il patron del Toro, troppo ravvicinata su una eventuale conclusione del campionato attuale.
Credo che la prossima stagione debba partire da ottobre, non prima. Come si potrebbe fare? I giocatori devono anche riposare. Se finisci il 20 agosto puoi ripartire solo dal 20 ottobre in poi. Play-off ? Che senso avrebbe? Se non si può giocare non si può giocare, il piano B non mi convince, cambiare le regole in corsa è complicato e non va bene"