Tonali riduce lo stipendio per restare al Milan: “C’è chi pensa solo ai soldi”
Sandro Tonali ha tirato una linea per terra e ricominciato tutto daccapo. Come se la scorsa stagione non fosse mai esistita. Ci ha messo una pietra, s'è dato (e ha ricevuto) una seconda opportunità ed è ripartito. L'ex centrocampista del Brescia ha pagato lo scotto di una seconda parte di stagione in chiaroscuro perdendo la convocazione in Nazionale: gli Europei ha potuto solo vederli in tv, la prossima sfida è convincere Mancini a portarlo in Azzurro per i Mondiali in Qatar. Anche in questo caso ricomincia da sé. Intanto, ha trovato l'accordo con il Milan che lo ha riscattato dalle ‘rondinelle' e, guardando negli occhi Paolo Maldini, fatto a se stesso e al club una promessa: dare tutto per ripagare la fiducia riposta in lui ancora una volta.
"Spacca tutto", gli disse Gattuso quando lo incoraggiò a prendere la sua ‘sua' numero otto. Ci riproverà anche "non mi piacciono i proclami, dimostrerò che sono da Milan", dice Tonali alla Gazzetta ma il passaggio chiave della sua intervista è esso stesso un proclama di umiltà e buon senso. Ecco perché ha accettato di ridurre lo stipendio, concordando cifre inferiore rispetto ad altre offerte. Ha teso una mano, ne ha trovato un'altra che ha stretto con lui un patto in vista di una stagione che tra Champions e campionato gli metterà un diavolo per capello. Sa di giocarsi molto adesso che s'è rimesso sul trampolino per spiccare il volo: cominciare (finalmente) a volare oppure crollare al suolo. È tutto nei suoi piedi e nella sua testa.
Restare o meno in rossonero per lui non è mai stata una questione di soldi. "Per me continuare a indossare la maglia rossonera veniva prima di tutto. Sono felice qui e non m'importava delle offerte di ingaggi più alti che mi sono arrivate. Ognuno di noi ha una testa diversa – ha aggiunto Tonali -. La mia priorità è stare bene in una squadra e io al Milan voglio vincere. Altri credono siano cose come ambizione, soldi, carriera". Parole dolci, che accarezzano le orecchie dei tifosi e lo mettono in controluce rispetto ad altre scelte fatte di recente come nel caso di Calhanoglu e – con le dovute proporzioni – Donnarumma. Ma quella è un'altra storia.