Tonali racconta la sua vita prima del caso scommesse: “Avevo due vite, ero chiuso in me stesso”
Sandro Tonali ha scontato la sua squalifica ed è tornato in campo con la maglia del Newcastle: il giocatore si è lasciato alle spalle 10 mesi difficili in cui ha affrontato il problema della ludopatia e per la prima volta ha parlato apertamente di tutto ciò che gli è accaduto. Ha vissuto due vite, come ha raccontato a SkySports, che lo hanno trasformato e lo hanno portato a compiere gli errori che lo hanno allontanato dal mondo del calcio per quasi un anno.
L'ammissione di Tonali
Le sue parole sono toccali e tracciano il disegno di com'era la sua vita prima della squalifica. Il giocatore viveva giorni complicatissimi in cui si era chiuso in sé stesso: "Prima dell'errore avevo due vite, perché ero molto chiuso in me stesso e non parlavo mai con le persone, nemmeno in allenamento, nemmeno con lo staff".
La squalifica e la terapia lo hanno aiutato a voltare pagina e a riprendere in mano la sua carriera. Dall'errore ha imparato tanto e l'ultimo periodo ha impattato sul suo modo di relazionarsi con gli altri, a partire dai compagni di squadra al Newcastle con i quali sta trovando la giusta sintonia: "Adesso è completamente diverso. Ogni giorno è diverso, soprattutto con lo staff e i miei compagni di squadra, perché è normale parlare ogni giorno, è normale avere una relazione. Quando arrivo al campo di allenamento, sono la stessa persona, con il mister, con lo staff, con i miei compagni di squadra".
Le due vite del giocatore
Il caso scommesse lo ha travolto come un'onda, interrompendo la strada appena cominciata nel mondo della Premier League. Tonali ha spiegato che si sentiva come due persone diverse nella vita privata e nel calcio, una sensazione insopportabile che con il tempo ha imparato a gestire e superare: "Prima di questi 10 mesi, prima dell'ultimo anno, non lo so, ma è un po' diverso perché ero un'altra persona. Ero due persone diverse nella mia vita e nel calcio. E ora sono solo una persona, solo una. Quando parlo con il capo, sono Sandro. Quando gioco, sono Sandro. Quando torno in Italia, sono Sandro".