Tonali eroe del Milan! La doppietta al Verona vale tre punti e un pezzo di Scudetto
Un urlo strozzato in gola per la rete annullata. Altri due ruggiti nella notte di Verona che non è più fatale. La doppietta di Tonali e il guizzo di Florenzi ribaltano l'Hellas (1-2), consegnano al Milan una vittoria pesante in chiave scudetto e mandano al "diavolo" il tentativo dell'Inter di mettere pressione, rosicchiare punti, tendere una trappola per rimontare in classifica. Gli strappi di Rafael Leão assist-man squarciano la difesa degli scaligeri. Quando decide di accelerare e innesca la velocità, non lo prendi. Gli tieni testa e lo contrati, gli fai fallo e lo stendi oppure ingaggi il duello in velocità ma ti lascia sul posto.
Le due reti si evolvono in fotocopia: il portoghese affonda la falcata come lama nel burro, la mette al centro attraverso la selva di gambe avversarie e trova lì, sotto porta, con addosso i panni del killer d'area di rigore, l'ex centrocampista del Brescia. È uomo ovunque nella sfida del Bentegodi: di lotta e di governo in mediana, pericoloso abbastanza quando recita la parte dell'incursore.
Personalità. Ne ha tanta il Milan che reagisce con la forza dei nervi distesi, della consapevolezza dei propri mezzi, anche all'improvviso guizzo di Faraoni. Sì, proprio lui. Quello che l'anno scorso affossò le speranze del Napoli (edl milanista Gattuso) di partecipare dalla Champions è l'autore del momentaneo vantaggio. Gela il sangue nelle vene. Il "diavolo" incassa una delle poche azioni manovrate dei gialloblù, barcolla, resta in piedi. Lo aiuta la meccanica procedurale del suo gioco, degli schemi e della compattezza di un gruppo che ci mette il cuore, ne esce alla grande. E se là davanti Giroud fa fatica a trovare spazi adeguati, niente paura… c'è Tonali.
Uno-due, il popolo rossonero esplode. La fredda logica dei numeri rende bene l'idea di qual è stata la trama del match con l'Hellas che nella ripresa – in virtù dei cambi di Pioli – va a sbattere contro un Milan che mette forze fresche con Krunic (per Bennacer) e Rebic (Giroud), lasciando a Messias (Saelemakers) il compito di creare sconquassi tra le pieghe del Verona. Tudor schiera Lasagna al posto di Simeone (poco servito) e cerca la spallata per l'assalto finale.
La mette sulla fisicità – almeno ci prova – ma Kalulu e Tomori sembrano due colossi. Il resto lo raccontano il 54% di possesso palla in favore dei rossoneri, un numero di tiri nettamente superiore (15 vs 8) con quelli nello specchio che sono il doppio (7 a 3), almeno 3 grandi occasioni create e Montipò chiamato agli straordinari. Entreranno nel finale anche Florenzi (al posto di Calabria) e Ibrahimovic (per Leão stremato), una decina di minuti dove l'esperienza si manifesta con il fragore di scudi e il boato dei tifosi rossoneri alla rete dell'ex milanista che chiude l'incontro.
Hic manebimus optime, lassù cambia nulla perché i rossoneri dimostrano di meritare in pieno il primato: 80 la squadra di Stefano Pioli, che affronterà Atalanta (in casa) e Sassuolo (in trasferta); 78 quella di Simone Inzaghi, attesa dalla gara caldissima col Cagliari (in trasferta) prima della chiusura (a San Siro) con la Sampdoria.