Tonali e i soldi cash delle scommesse illegali: “Portavo 20, 25 mila euro in un bar a San Siro”

Il contenuto delle chat è solo una parte del materiale raccolto dagli inquirenti che indagano sul nuovo filone delle scommesse effettuate dai calciatori su piattaforme illegali. Agli atti ci sono anche una serie di dichiarazioni che sono tante tessere del mosaico in mano agli investigatori: e se follow the money (seguire i soldi) è il filo rosso che conduce ai collettori delle puntate e aiuta a ricostruire l'ingente flusso di denaro, le testimonianze dirette e le dichiarazioni rese da parte di alcuni dei protagonisti forniscono uno spaccato di vita quotidiana inquietante. I soldi, tanti, erano il motore di tutto: foraggiavano aperture di credito, coprivano debiti. Passavano di mano in mano, meglio se cash così da non lasciare traccia, perché l'opzione dei bonifici da intestare alla gioielleria/banca per il finto acquisto di orologi e accessori di lusso era una delle opzioni. E allora poteva capitare di mettere assieme mazzette da 20, anche 25 mila euro da consegnare personalmente al collettore delle puntate. Sembra una scena da film, invece era tutto vero.
Tonali nel bar a San Siro: "Mi sono recato lì 5, 6 volte"
Sandro Tonali ne ha parlato al pubblico ministero di Torino, Manuela Pedrotta, e agli agenti della Mobile e della Sisco che ne hanno ascoltato la deposizione. "Tommy" era la persona alla quale consegnava il contante e che incontrava "all'interno di un bar a Milano, in zona San Siro – si legge nel testo riportato dal Corriere della Sera -. Mi sono recato lì 5, 6 volte e versavo circa 20, 25 mila euro". Bisognava agire ma farlo con circospezione E anche per parlarsi al telefono andavano prese precauzioni opportune come utilizzare schede intestate a soggetti stranieri: "Tommy ti vuole dare una scheda ciucca intestata a qualche n…o, perché così sei sereno… Come ha fatto con me". La replica dell'ex centrocampista del Milan: "Ok… sì… top, compro telefono nuovo".
Lo sfogo del collettore: c'è chi gioca troppo e punta forte
Ogni tanto c'era anche chi si lasciava prendere la mano e appariva abbastanza insistente a giudicare dallo sfogo che uno degli indagati, Tommaso Di Giacomo, ha con Nicolò Fagioli. C'è qualcuno che lo infastidisce perché esagera nelle puntate e lo mette in difficoltà. "Nico, c’è Raoul che rompe… io non è che voglio fare il pignolo però… non ho voglia di fare discussioni, ma una sola gliene posso pagare". Di chi sta parlando? Secondo quanto raccolto dalla Guardia di Finanza si tratta di Bellanova, calciatore dell'Atalanta e della Nazionale. "Aveva giocato 20 mila euro sulla vittoria della tennista Martina Trevisan – si legge nella nota – all’Open di Miami (marzo 2023)" mentre De Giacomo aveva fissato una quota massima di 10 mila euro per la giocata.
La chat con l'arbitro impaziente per le quote: "Sta buono e arbitra bene"
Tra gli ‘ansiosi' c'era anche qualche arbitro. Nelle dichiarazioni ai pm di Torino nella prima inchiesta, Tonali aveva fatto il nome dell'ex fischietto, Marinoni. E dalle chat passate al vaglio si è scoperto anche il modo in cui si parlava di lui che deve "arbitrare la partita tra Aurora Pro Patria e Sassari Torres (non disputata per il ripescaggio di quest'ultima in C, ndr) e chiede le quote delle scommesse che ancora sul sito non erano uscite". Fagioli replica: "Sta buono e arbitra bene va…" mentre qualcun altro ci scherza su e rilancia: "over cartellini".