Tocco sospetto di Medel in area di rigore, Mourinho è una furia: non è penalty per un motivo
Due episodi da rigore in meno di un quarto d'ora. L'arbitro di Roma–Bologna, Fabbri, è subito sotto pressione. Non assegnerà alcun penalty ai giallorossi che reclamano nelle due occasioni apparse – a loro dire – molto nette. Nell'uno e nell'altro caso il check tra la sala Var e il direttore di gara sbroglia la matassa e, al netto di immagini che sembrano poco chiare, c'è il regolamento che aiuta a spiegare perché né il direttore di gara né i colleghi in cabina di regia ritengono ci siano gli estremi per non concedere la massima punizione.
Il tocco sospetto di Medel a pochi passi dalla porta fa infuriare i giallorossi. Mourinho dalla panchina urla qualcosa e gesticola in maniera plateale. Ce l'ha con Fabbri ed è abbastanza chiaro cosa dice: mima la on-field-review e chiede a gran voce perché non è andato a sincerarsi personalmente di quanto accaduto in avvio di match (1° minuto). La dinamica dell'azione in tempo reale lascia molto perplessi: su cross effettuato da Carles Perez dalla destra, nel tentativo di guadagnare la posizione e chiudere lo spazio a Zaniolo, Medel inciampa e cade in corsa. Le immagini non sono chiarissime: ha toccato prima col petto (è quello che sembra) e poi la palla è finita sul braccio? L'ha bloccata direttamente con l'arto proteso? Per Fabbri non è rigore, Piccinini al Var conferma la sua decisione. Perché? Secondo alcuni fotogrammi (come chiarito anche a DAZN) non l'ha presa direttamente col braccio. L'avesse fatto non sarebbe stato necessariamente rigore.
Il regolamento e le recenti modifiche dell'Ifab sulla valutazione di situazioni del genere aiutano a capire quali possobo essere stati anche l'interpretazione e i criteri che hanno influito sul processo decisionale: la discriminante (come indicato dalla norma numero 12 del regolamento su falli e scorrettezze) è il movimento dell'arto verso il pallone e la posizione innaturale delle braccia rispetto alla postura del calciatore. A fare la differenza è se il gesto è da ritenere o meno funzionale al movimento del resto del corpo. E sono prese in considerazione tre eccezioni, in una di queste – deve essere la valutazione fatta su Medel dal Var nel conciliabolo con Fabbri – rientra l'intervento un po' goffo e rischioso del cileno.
In tre casi il tocco di mani o braccia è considerato regolare: quando il pallone proviene dalla testa o dal corpo del calciatore stesso; quando mani e braccia sono posizionate vicino al corpo senza aumentarne il volume, in maniera considerata naturale; quando un calciatore cade e nel tentativo di attutire l'impatto col terreno di gioco lascia mani e braccia tra corpo e terreno stesso per sostenere il corpo. È in questa ultima opzione che sembra rientrare il caso di Medel e deve essere questo il motivo (ma resta molto forte l'ipotesi che il primo tocco sia stato di petto) che può aver spinto il Var a confermare la decisione del direttore di gara senza la necessità di ricorrere alla on-field-review.
L'altro episodio capita al 12°: c'è un contatto in area del Bologna tra Maitland-Niles e Hickey. Sullo slancio si nota una leggera spinta del difensore dei rossoblù ai danni del terzino dei giallorossi: l'inglese cade, ma Fabbri lascia proseguire tra le proteste dei tifosi. Qual è stata la valutazione? Non ha rilevato alcun intervento falloso, né una spinta del difensore del Bologna sul'avversario.