Thiago Motta sbaglia cambi e gestione della partita: così la Juve si è sgretolata davanti al PSV
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Thiago Motta sbaglia i cambi e la gestione della partita: così la Juventus si è sgretolata davanti al PSV Eindhoven ed è stata eliminata dalla Champions League. Mai come ieri sera l'allenatore bianconero porta sulle sue spalle la maggior parte delle responsabilità sull'esito negativo del play-off: aveva pronti i cambi dopo il gol di Weah, erano quelli giusti (2 su 3), ma non li ha fatti ed è quello il ‘turning point' della sfida del Philips Stadion.
La Juventus nel primo tempo ha giocato quasi alla pari con il PSV ma piano piano si è sfaldata, sgretolata, davanti alle trame di gioco e all'intensità della squadra di Bosz che non ha accusato il colpo e ha macinato km anche dopo il pareggio: proprio come ha sottolineato Alessandro Del Piero "c'è stata una grande differenza tra la qualità dei palloni, il numero di occasioni e l'intensità e la voglia con i quali il PSV è andato a cercare i gol".
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Thiago Motta sbaglia cambi e gestione della gara: la Juve si sgretola
La Juventus è stata assalita dal PSV all'inizio della ripresa e ha trovato il gol del vantaggio con il solito Ivan Perisic. Proprio quando sembrava tutto apparecchiato per il raddoppio olandese, ecco una luce nel buio con Weah. Pochi istanti prima Thiago Motta stava per operare due cambi, mandando in campo Thuram e Mbangula.
Erano le soluzioni giuste, perché avrebbero preso il posto di Koopmeiners e Nico Gonzalez; e dopo la rete del pari avrebbero dato verve e vigore ad una squadra un po' confusa ma sempre pronto a ripartire per far male, come era accaduto pochi minuti prima con Kolo Muani. Il ritardo dello slot dopo il 2-1 del PSV e lo stravolgimento delle sostituzioni non hanno portato a nulla: dopo il gol del pareggio c'era l'opportunità di cambiare spartito con nuove energie ma quell'esitazione è costata carissima.
Motta ha pagato un prezzo molto alto per il suo temporeggiare e la modifica dei cambi, mandando dentro Yildiz e Savona insieme a Thuram, non ha aiutato la squadra a riprendere fiducia: la scelta di inserire Savona, poi, è molto discutibile, e i minuti successivi lo hanno detto inequivocabilmente, sia dal punto di vista tecnico che tattico. Lo spostamento di Cambiaso, entrato al 10′ per l'infortunato Renato Veiga (in questo caso molto sfortuna per la Juve), in mezzo al campo non è stata una grande idea e poco dopo l'inizio del tempo supplementare lo stesso jolly bianconero è stato sostituito da Mbangula per cercare di pareggiare i conti e agguantare la qualificazione. Tanto caos e idee poco chiare.
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Alla molta confusione nella gestione delle risorse in difesa e in mezzo al campo si aggiunge una domanda chiara: se Koopmeiners ha avuto la febbre perché farlo giocare a tutti i costi in un match dove già si sa che si lotterà e si battaglierà sul ritmo e l'intensità?
Inoltre, la scelta di togliere Kolo Muani poco prima della fine dei tempi regolamentari si è dimostrata a dir poco autolesionista perché con l'ingresso di Vlahovic nei supplementari avrebbero potuto dividersi l'area in maniera diversa e mettere pressione alla difesa del PSV, che ha sofferto poco o nulla fino al fischio finale. Così non è stato.
Thiago Motta: "Non penso di aver ritardato i cambi"
Thiago Motta, però, da par suo, ha analizzato così la gestione della gara e ha affermato che non avrebbe cambiato nulla: “Non penso di aver ritardato i cambi. Poi abbiamo pareggiato e, dopo quel momento, sì, volevo intervenire. Ma non credo di aver aspettato troppo, penso di averli fatti nel momento giusto. I cambi? Quelli di Renato Veiga e Koopmeiners sono stati forzati, Koop ha avuto la febbre. Ho inserito Cambiaso in mezzo perché era l’unico a poter fare il centrocampista in quel momento, ma anche lui non stava bene e ha chiesto il cambio".
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La differenza tra la Juve di oggi e quella di settembre
Da sottolineare c'è la differenza tra la Juventus di oggi e quella di settembre vista contro lo stesso avversario: nel primo match del girone unico di Champions la Vecchia Signora le aveva suonate perbene al PSV con un netto 3-1 e con una intensità che aveva entusiasmato anche i tifosi bianconeri. Di quella squadra lì, infortuni a parte, al Philps Stadion e nelle ultime settimane, si è visto poco. Molto poco. Troppo poco.