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Thiago Motta ha visto un’altra partita, gliel’ha detto anche Locatelli: “Il resto sono chiacchiere”

Dopo sconfitta ed eliminazione della Juventus dalla Champions spicca la diversità di analisi del match tra il crudo realismo del calciatore e la difesa d’ufficio del tecnico.
A cura di Maurizio De Santis
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Poco importa chi abbia ragione: se Manuel Locatelli nel sostenere "abbiamo buttato via la qualificazione" oppure Thiago Motta che lo smentisce e racconta un'altra partita ("non sono d'accordo… rifarei tutto, ne sono convinto"). La realtà dei fatti è che la Juventus è stata sbattuta fuori dalla Champions da un Psv non irresistibile, partendo da una posizione di vantaggio (2-1 a Torino) che sembrava consolidata con il pareggio di Weah (1-1 al 63°, 10 minuti dopo il gol di Perisic che quando vede bianconero ha l'argento vivo addosso) e poi svanita del tutto nei supplementari. Un disastro rispetto al quale emerge la diversità d'interpretazione sull'esito della serata di Coppa tra il centrocampista (sarà forse l'unico a pensarla così?) e l'allenatore.

Quando al tecnico riportano le parole di Locatelli si mostra sorpreso e preso in contropiede. "Ha detto che l'abbiamo buttata via? Glielo devo chiedere… comunque no, non sono d'accordo. Non è vero che il Psv ha voluto la qualificazione più di noi che abbiamo provato fino all'ultimo secondo a superarli. Però, dopo il nostro gol del pari loro hanno spinto con più forza e sono stati superiori. E noi, invece, non siamo riusciti a essere più bravi". È sufficiente questa seconda parte della riflessione per tracciare i contorni della disfatta che il calciatore ha ammesso senza se e senza ma, argomentando con lucidità in tv cosa è successo.

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Per Locatelli non c'è difesa d'ufficio che tenga per Motta no, c'è una spiegazione a tutto. I cambi fatti in ritardo? "Sono stati forzati. Koopmeiners era febbricitante e ho dovuto sostituire anche Cambiaso e Veiga (infortunato). Quanto agli altri, dopo il pareggio abbiamo provato a rallentare il gioco e ho pensato di farli in seguito".

Il centrocampista è su un'altra lunghezza d'onda: "Parla sempre il campo, il resto sono chiacchiere", ha ammesso in tv a Sky. Per la serie: avete visto tutti cosa è successo, che senso ha negare l'evidenza? La sua analisi è chirurgica, tocca tutti i tasti dolenti del fallimento europeo: "in quei momenti si vede tutta l'esperienza o l'inesperienza di tanti di noi… perché nelle situazioni di difficoltà la palla scotta. Ed è allora che deve stare più compatto. Ecco quelle situazioni a oggi ci mancano e facciamo fatica a reagire. La realtà è questa: serve tempo per migliorare ma qui di tempo non ce n'è mai abbastanza". Basta questo per dare sostanza a quel "abbiamo buttato via la qualificazione" dal quale Motta dissente.

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La riflessione di Locatelli diventa disarmante se calata sul contesto Juve, su cosa (non) è diventata la squadra bianconera. "Non c'è stato un calo fisico – ha aggiunto il centrocampista -, in partite del genere non può esserci. Il Psv ci ha messo dietro col palleggio e noi non riuscivamo più ad andarli a prendere. Loro uscivano palla al piede, noi no".

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