Thiago Motta allo Spezia come nuovo allenatore: accordo in definizione con il club ligure
Lo Spezia ha scelto il sostituto di Vincenzo Italiano. Il nome del nuovo allenatore dei liguri è rimasto top secret per alcuni giorni, giusto il tempo di fare le giuste valutazioni e studiare al meglio ogni profilo. Alla fine la società ha virato su Thiago Motta che ha superato la concorrenza di Maran e Corini. L'obiettivo dello Spezia era quello di dare continuità al progetto dell'ormai nuovo allenatore della Fiorentina facendo crescere un gruppo giovane con un gioco armonico e spumeggiante. Thiago Motta ha dimostrato di avere idee, entusiasmo e tante soluzioni a livello tattico.
Un profilo giovane che vanta già una discreta esperienza da allenatore nonostante avesse lasciato il calcio solo nel 2018. L'ex numero #10 della Nazionale italiana è stato tecnico del Genoa nella stagione 2019/2020 subentrando nel mese di ottobre prima dell'esonero a dicembre dopo sole 10 partite e 2 vittorie (1 in campionato e 1 in Coppa Italia). Secondo Sky le parti si sono parlate e hanno già raggiunto una base di accordo che dovrebbe definirsi nella giornata di domani, lunedì' 5 luglio, quando potrebbe arrivare finalmente la fumata bianca.
Dal PSG al Genoa e la provocazione del modulo 2-7-2
Thiago Motta ha appeso le scarpette al chiodo nel 2018 e dopo soli due mesi ha subito allenato la formazione Under 19 del PSG. Annata terminata con il secondo posto in campionato e il raggiungimento degli ottavi di finale di Youth League. Ma nonostante questo, l'ex centrocampista dell'Inter ha poi deciso di lasciare Parigi per cercare un'esperienza tra i grandi. Il Genoa fu convinto dal suo nuovo modo di intendere il calcio. Thiago Motta infatti, quando allenava le giovanili del PSG, coniò un modo per introdurre un nuovo modulo in campo: il 2-7-2. Un schema di gioco che prevede 11 giocatori: compreso il portiere nei giocatori di movimento. “Per me la squadra si può leggere anche partendo dalla fascia destra arrivando alla sinistra”, dichiarò l'allenatore che aveva palesato una chiara provocazione introducendo il concetto del 2-7-2.
Thiago Motta spiegò al meglio la sua teoria: “Io il portiere lo conto in quei 7 in mezzo al campo. L’attaccante è il primo difensore e il portiere il primo attaccante”, sottolineò l'ex centrocampista della Nazionale che poi aggiunse: “Dal portiere parte il gioco, con i piedi, e dalle punte il pressing offensivo per recuperare la palla”. Thiago Motta ovviamente non schierò mai le sue squadre con un modulo 2-7-2, ma sempre con un 3-4-2-1 o 4-2-3-1 intercambiabile nel corso della partita. Ma le sue idee di calcio fecero subito luce sulla capacità dell'allenatore di voler trovare nuove soluzioni in campo. Negli esami finale del corso di Coverciano dello scorso anno per l'abilitazione al ruolo di allenatore con patentino Uefa Pro (il massimo in assoluto per un tecnico) Thiago Motta ottenne anche il massimo dei voti con la votazione di 108 su 110 contro il 107 guadagnato da Andrea Pirlo che aveva appena cominciato la sua nuova avventura sulla panchina della Juventus.