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Thiago Alcantara l’italiano, da San Pietro Vernotico con furore (e classe)

Thiago Alcantara e l’Italia, un rapporto che non si è mai sciolto del tutto malgrado il centrocampista abbia fatto scelte che lo hanno allontanato dal nostro Paese. Nato in Puglia, scelse la cittadinanza spagnola, ma dall’Italia non si separò mai totalmente: le origini, i trascorsi di papà Mazinho a Lecce e Firenze, i sei mesi del fratello Rafinha all’Inter, le partite della Roja contro gli azzurri.
A cura di Alessio Pediglieri
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Per raccontare la storia di Thiago Alcantara e il suo rapporto con l'Italia bisogna riavvolgere il nastro dei ricordi e tuffarsi nel calcio degli anni '90. Erano i primi anni in cui anche in Italia si era aperto all'arrivo degli stranieri in Serie A e tra questi, nell'allora Lecce che militava in massima divisione, arrivò anche un certo Iomar do Nascimiento, noto a tutti come Mazinho. I salentini lo prelevarono dal Vasco de Gama e in Puglia restò solamente una stagione, per poi concludere quella successiva – e la sua avventura italiana – con la maglia della Fiorentina, prima di tornare in patria e di vincere il Mondiale '94, a Pasadena, contro l'Italia.

Tanto è bastato,però, perché Thiago Alcantara, figlio di Mazinho e dell'allora pallavolista Valeria Alcantara avesse origini italiane: nacque il 12 febbraio 1991 a San Pietro Vernotico, cittadina pugliese di 13 mila abitanti. Con l'Italia, però, Thiago non avrà alcun altro contatto nè per la propria vita privata né per quella da calciatore. La famiglia nel 1991 torna in Brasile, poi si stabilirà in Spagna dove Thiago Alcantara esplode come calciatore, tra le file del Barcellona. In Italia ci tornerà, ma solo d avversario, vestendo la maglia della Roja, la nazionale spagnola che nel frattempo si è conquistato dopo aver preso la cittadinanza.

Genitori brasiliani, origini italiane, cittadinanza spagnola: Thiago Alcantara non ha mai pensato ad alternative alle Furie Rosse e quando Del Bosque lo convoca per la prima volta non indugia a rispondere ‘presente'. Ma l'Italia è nel suo destino: la Spagna gioca in Puglia, a Bari, a pochi chilometri dal paesino in cui Thiago è nato. E in quella partita fa il suo esordio con la nazionale iberica. Una gara particolare, che Thiago porterà con sè "per tutta la vita". Contro gli azzurri di Prandelli è anche l'occasione per una particolare ‘consacrazione' del giovane centrocampista. A farla è Mario Balotelli in diretta tv: non appena conclusa la gara, che sancisce l'esordio ufficiale con le Furie, Thiago viene intervistato da un canale spagnolo e subito interrotto da Supermario: "El mas grande", dice l'attaccante azzurro.

Ma l'Italia resta sempre nel destino di Thiago e ritorna ciclicamente quando meno ci si aspetta. Anche per interposta persona. Se lui ha scelto come Paese la Spagna, suo fratello minore, Rafinha Alcantara, ha preferito il Brasile, dove ha giocato per anni prima di approdare al Barcellona. E l'Italia? Arrivò. Quando l'Inter lo chiamò in prestito, giocandoci per sei mesi nel 2018 e non venendo alla fine riscattato.

Italia e Thiago, Thiago e l'Italia. Il papà, il fratello, le partite con la Nazionale spagnola, le origini. Corsi e ricorsi ciclici che hanno sempre legato a doppio filo uno dei più forti centrocampisti di sempre e il nostro Paese. Che, purtroppo, lo ha visto da vicino solamente da avversario. Come nel 2013 quando un giovane Thiago vestiva la maglia dell'Under 21 delle Furie Rosse e partecipò agli Europei di categoria, in Israele. Vincendoli. In finale incrociò proprio la nazionale italiana e la ‘punì', con tre gol d'autore.

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