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Terribili accuse di violenze a Lautaro Acosta, l’ex compagna: “Mi ha messo un coltello nella pancia”

Il calcio argentino è sconvolto nelle ultime ore dalle terribili accuse di violenza rivolte a Lautaro Acosta, ex attaccante del Siviglia e attuale capitano del Lanus. Angosciante messaggio su Instagram della sua ex compagna, che mostra le foto dei lividi su tutto il corpo: “Aiutatemi per favore”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il calcio argentino è sconvolto nelle ultime ore dalle terribili accuse di violenza rivolte a Lautaro Acosta dalla sua ex compagna. Si tratta di un giocatore notissimo e con una lunga carriera alle spalle anche in Europa: il 35enne attaccante, ex nazionale albiceleste, ha giocato nel Siviglia e nel Boca ed oggi è il capitano del Lanus. Parliamo di un nome di primo piano e la straziante denuncia delle violenze di cui si sarebbe reso protagonista è angosciante.

Lautaro Acosta con l'ex compagna Ludmila Isabella
Lautaro Acosta con l'ex compagna Ludmila Isabella

Ludmila Isabella ha preso il coraggio a due mani e ha deciso di rompere il muro di paura che finora le aveva impedito di raccontare gli orribili maltrattamenti che è stata costretta a subire. Le foto postate nelle storie su Instagram già parlano da sole: si vedono lividi ovunque sul corpo della donna, dal volto, alla nuca, al labbro, alle braccia.

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Immagini scioccanti, cui l'ex compagna di Acosta aggiunge un testo di una crudezza che diventa agghiacciante in alcuni passaggi: "Non so che altro fare, ho bisogno di aiuto e di renderlo pubblico in modo che paghi per tutto quello che mi ha fatto e smetta di usare le mani con tanta impunitàè l'inizio della sua denuncia, che è al tempo stesso un disperato appello – Ho subìto violenze fisiche, psicologiche ed economiche, le peggiori che si possano immaginare, ho foto e audio per dimostrarlo".

"Ho fatto due denunce contro di lui, una nel 2019 e un'altra qualche giorno fa. Mi ha incasinato la vita, l'ha rovinata. Ricorderò sempre quelle mattine in cui mi ha picchiato senza sosta, mi ha trascinato sul pavimento e mi ha persino preso a calci sul collo quando ero raggomitolata a terra – continua il testo del messaggio postato nella timeline di Instagram, che poi svela un episodio ancora più raccapricciante – Una volta mi ha minacciato con un coltello da macellaio che avevamo a casa e me lo ha messo nella pancia. Mi ha strappato i vestiti, mi ha sputato addosso e preso a calci".

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"Andavo nella stanza di Beni (loro figlio, ndr) e mi coprivo con la coperta accanto a lui in modo che avesse un po' di compassione e si fermasse o si sentisse un po' dispiaciuto per lui, in modo che potesse calmarsi, ma non è successo. Veniva a cercarmi e mi trascinava per i capelli nella nostra stanza e continuava a torturarmi in quel modo. Mi picchiava sulla testa o mi schiaffeggiava mentre continuava a dire cose barbare come ‘puttana' e altri insulti. Questo è qualcosa di quello che è successo, neanche un quarto", è la testimonianza terrificante della donna.

Se gli scatti di violenza erano selvaggi, non meno mortificante per la dignità di Ludmila Isabella era la quotidianità del rapporto con Lautaro Acosta: "Anche giorno per giorno era una tortura, tutto quello che facevo era sbagliato, era inutile, era poco, ed era lui che mi aveva salvato la vita, mi aveva tirato fuori dal fango".

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La ragazza accusa poi il calciatore di averla minacciata di morte qualora avesse provato a raccontare cosa le faceva: "Mi ha detto che se avessi fatto o detto qualcosa avrebbe ucciso me, me e la mia famiglia". E ha criticato la giustizia argentina per non aver agito nonostante le sue due denunce (una è stato rifiutata nel 2019, l'altra è dell'8 giugno).

"Posso solo dire che è il padre di mio figlio Benicio e un calciatore del Club Atletico Lanus. Per favore chiedo aiuto e che questo non accada più. Ho paura per la mia vita e per quella di mio figlio. Ci ha lasciato per strada. Ho sempre creduto che sarebbe cambiato e mi sbagliavo. E ancora una volta ho vissuto l'inferno che non auguro a nessuna donna e tanto meno a un bambino. È impunito, viaggia, continua a giocare a calcio e la gente continua ad amarlo nonostante il mostro di persona che è. È violento anche in campo e lo dimostra in ogni partita. Il tribunale della famiglia numero 10 di Lomas de Zamora non ha ancora emesso un provvedimento cautelare dall'8 giugno, quando ho sporto denuncia, e lui continua a minacciarmi. Aiutatemi per favore", è la conclusione del messaggio.

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Peraltro la vicenda ha avuto un'evoluzione nelle ore successive al disperato messaggio della donna: sono finalmente arrivati i provvedimenti restrittivi per il calciatore. Dopo aver analizzato la sua testimonianza e la presentazione del caso da parte del Pubblico Ministero, il giudice ha accolto la richiesta di restrizione perimetrale e di cessazione delle molestie con mezzi digitali o personali e inoltre ha disposto l'allontanamento dal domicilio del calciatore. La vittima infatti non ha altro luogo dove andare ad abitare, se non la casa dove risiede attualmente, a Temperley, con il giocatore. Stante questa situazione, il magistrato ha deciso di allontanare Acosta dall'abitazione.

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