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Tensione tra Lega Serie A e broadcaster per i diritti tv: cosa dice la trattativa in atto

Saranno settimane particolarmente intense sul fronte diritti televisivi. Da un lato la Lega è pronta a fare rispettare termini, condizioni e scadenze ai boradcaster che si sono giudicati il Bando, dall’altro le Tv a pagamento pronte a fare guerra impugnando la Trattativa attuale e minacciando di boicottare la prossima sul Triennio 2021-2023.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' guerra fredda tra il mondo del calcio italiano e le televisioni a pagamento che hanno ottenuto i diritti tv per trasmettere le partite. Che dallo scorso marzo sono state interrotte a causa della pandemia di coronavirus che ha messo in ginocchio il sistema mondiale. Dopo settimane di silenzio pubblico e di continui confronti in via privata sembra che si sia arrivati al faccia faccia definitivo in cui da un lato il calcio richiede di rispettare il contratto in essere e dall'altro le televisioni di poter ridiscutere il tutto di fronte all'emergenza e alla situazione di stallo.

Un problema non da poco perché se oggi la Lega può alzare la voce con in mano il contratto firmato nel 2018 sul triennio in atto (2019-2021), dall'altro lato i broadcaster possono comunque puntare i piedi nel rinegoziare i termini sul prossimo triennio dei diritti televisivi, 2021-2023, che dovrebbero venire discussi proprio in questi tempi ma che – l'emergenza sanitaria – ha posto in secondo piano.

Cosa dice il contratto sui diritti tv

Prendendo in mano la trattativa privata sui diritti audiovisivi del campionato di Serie A e le relative "condizioni e normative" presentate nel maggio 2018 e, poi, sottoscritte dai broadcaster nelle settimane successive aggiudicandosi i bari pacchetti di calcio, al paragrafo "10. Pagamenti e garanzie finanziarie" non è prevista alcuna clausola facente riferimento a insolvenza dovuta a "causa di forza maggiore", come può essere ben indicata la pandemia di coronavirus che dallo scorso marzo ha messo in scacco matto la Serie A.

Nel contratto, la Lega sottolinea come i pagamenti debbano venire effettuati nei tempi, nei modi e nelle sostanze indicate nella nota, e al punto 10.3.2 è chiaramente espressa la possibilità di rivalersi sui possessori dei diritti tv in caso di insolvenza

  • il pagamento del corrispettivo non può essere sospeso o ritardato da pretese o eccezioni del Licenziatario qualunque ne sia il titolo e ancorché oggetto di contestazione in sede giudiziaria. Qualora il Licenziatario sospenda per qualsiasi motivo il pagamento , La Lega Calcio Serie A può legittimamente sospendere l'esecuzione del presente contratto.

Di conseguenza, la richiesta da parte della Lega del prossimo corrispettivo da 223 milioni di euro che tutti i broadcaster devono versare entro il 1° maggio – scadenza inserita nel tabellario della Trattativa – è legittima e segue le garanzie inserite nell'accordo. Ma c'è un altro punto, che è alla discussione del giorno. Nel capitolo "11. Termini di Licenza", al paragrafo "11.3 Obblighi della Lega calcio Serie A", al sotto paragrafo "11.3. 1 c)" si legge testualmente che La Lega è obbligata a

  • non modificare il ‘format' della Competizione in modo notevolmente peggiorativo […] per ipotesi di notevolmente peggiorativo la Lega Calcio Serie A deve ottenere il preventivo assenso scritto dei licenziatari dei Pacchetti esclusivi dei diritti

In questo senso, entra nel confronto lo stop forzoso dello scorso 13 marzo, quando la Serie A venne fermata a seguito dei decreti governativi che imponevano la chiusura di ogni attività sportiva. Tecnicamente una modifica "notevolmente peggiorativa" visto che tutto il calcio si è fermato e che non ha visto la sottoscrizione – come da trattativa – degli aventi diritto. Ma, dalla parte della Lega, qualora non venisse rispettata la scadenza del 1° maggio, tecnicamente scatterebbe anche la possibilità di sciogliere il contratto e riavere a disposizione i pacchetti per poterli ridistribuire, chiedendo ai licenziatari i danni e risarcimento in base alle disposizioni inserite in "12. Durata e cessazione anticipata della Licenza" in cui, al "12.2" si legge che:

  • è facoltà della Lega Calcio Serie A di risolvere in qualsiasi momento il Contratto di Licenza […] in caso di inadempimento del Licenziatario alle previsioni contenute nei seguenti paragrafi […]  In caso di risoluzione sarà dovuto alla Lega Calcio Serie A a titolo di penale, fatto salvo maggior danno, il doppio dell'importo corrispondente al lucro cessante della Lega Calcio Serie A

Gli scenari possibili da oggi in avanti

Tutto, ovviamente è legato alla ripartenza reale del calcio e delle modalità in cui verrà attuato il ritorno al gioco. Nel contratto sulla Licenza dei diritti tv non è assolutamente trattata la disciplina legata a eventi di ‘causa di forza maggiore‘ che potrebbero incidere negativamente sulla stagione in corso, così come è accaduto per la pandemia di Covid-19. E gli scenari sono molteplici

In caso di scontro diretto

  1. In caso di scontro diretto tra Lega e tv – caso estremo – si potrebbe arrivare alla rescissione del contratto in modo legittimo della Serie A, il che vorrebbe dire rimettere nuovo bando per i diritti, chiedere penale ai broadcaster e proseguire su questa strada. Una scelta che ovviamente comporterebbe un ‘cappio' legato al prossimo triennio di diritti tv, da discutere in questi giorni, per il periodo 2021-2023, la cui trattativa verrebbe evidentemente ‘boicottata' dagli attuali detentori che punterebbero i piedi e rifiuterebbero qualsiasi ulteriore imposizione.
  2. Ulteriore aspetto da considerare in questo braccio di ferro, è l'impugnazione da parte degli stessi broadcaster della ‘Trattativa' proprio per il capitolo già citato sul cambiamento ‘negativo' del format. Non basterebbe ripartire, bisogna farlo garantendo una ‘qualità' minima alle televisioni. Il pensiero di dover giocare a porte chiuse, non garantendo più gare spalmate in vari giorni con evidente maggior visibilità e rivendita agli sponsor, sarebbe considerato una carenza imputabile alla Lega e dunque si potrebbe arrivare al ribaltamento del fronte dei danni.

In caso di compromesso

  1. Un altro scenario è il classico compromesso che dovrà, forza cose, essere trovato per salvaguardare tutto, in attesa di rivedere futuri termini di contrattazione, inserendo nella trattativa anche clausole specifiche verso cause di forza maggiore. Un esempio, in tal senso è stato Wimbledon che, di fronte alla pandemia da Sars del 2012, fece inserire una ‘clausola pandemia' che oggi ha permesso di recepire dall'assicurazione per la mancata edizione 2020, 100 milioni di sterline a risarcimento.
  2. La soluzione potrebbe essere un incontro a metà strada che potrebbe permettere alla Lega di dare tempo e dilazione ai broadcaster nel saldare le rate ancora inevase e alle televisioni di accettare un format ‘negativo' che comporterà evidenti minori entrate oltre al periodo di inattività fin qui subito. Il tutto è previsto anche dalla "Tolleranza" inserita nella trattativa al "Capitolo 26": l'eventuale tolleranza di una delle parti ai comportamenti dell'altra, posti in essere delle violazioni delle disposizioni del presente Invito, non costituisce rinuncia ai diritti derivanti dalle disposizioni violate, né al diritto di esigere l'esatto adempimento di tutti i termini e condizioni previsti.
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