Tensione per i giocatori del Porto, i tifosi prendono di mira l’autobus: notte di contestazione
È stata una notte difficilissima per i giocatori e i dirigenti del Porto che una volta rientrati non si aspettavano di certo di assistere al putiferio. I portoghesi sono stati protagonisti di una bruttissima sconfitta contro il Moreirense che ha causato l'eliminazione dalla Coppa di Portogallo, un risultato bruciante e deludente. Per questo motivo centinaia di sostenitori hanno aspettato il rientro della squadra per dare vita a una contestazione durissima, condita dal lancio di alcuni oggetti verso il pullman della società.
I tifosi contestano il Porto
Cori, insulti e un clima surreale all'esterno del Do Dragao hanno accolto il rientro del Porto dopo la bruttissima eliminazione in coppa nazionale. Un risultato che non è andato giù a nessuno, a cominciare dai tifosi che hanno voluto attendere il rientro della squadra per esprimere il proprio disappunto: in piena notte sono rimasti in strada per attendere il pullman e l'accoglienza è stata piena di tensione.
L'arrivo dei giocatori è stato accolto con insulti e gestacci, ma addirittura più di qualcuno ha lanciato dei fumogeni e delle torce in direzione del veicolo correndo il rischio di ferire le altre persone. La squadra ha fatto quasi fatica a entrare all'interno del parcheggio perché è stata costretta a farsi strada tra la folla infuriata che chiedeva la testa di tutti dopo la sconfitta.
L'intervento di Villas Boas
Per cercare di stemperare la tensione è sceso in strada il presidente, accompagnato da alcuni dirigenti. Villas Boas, alla guida della squadra da meno di un anno, ha cercato di dialogare con i tifosi arrabbiati per cercare di tranquillizzarli e mettere fine alla contestazione che è durata per diverso tempo.
Il suo discorso è durato all'incirca due minuti, durante i quali gli ultras hanno inneggiato all'ex presidente Pinto da Costa mettendo in discussione anche la sua autorità. Non c'è stato verso di farli calmare, dato che i tifosi hanno atteso che tutti abbandonassero lo stadio (giocatori, dirigenti e anche il presidente) prima di andare via.