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Tamponi Lazio, verranno riprocessati oggi dalla Procura di Avellino: la situazione

Oggi è un’altra giornata fondamentale per definire il ‘caso’ tamponi in casa Lazio. La Procura ha deciso di porre sotto nuovo processo i tamponi raccolti nella vigilia della partita contro la Juventus (circa un centinaio). In gioco, la veridicità dei controlli scientifici effettuali e l’eventuale responsabilità diretta da parte del club di Lotito.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tiene ancora banco in queste ore il caso tamponi in casa Lazio che ha scatenato un autentico putiferio nel calcio italiano. E sembra che si sia solamente all'inizio di un nuovo contenzioso viste le ultime dichiarazioni rilasciate da Walter Taccone, socio fondatore e consulente scientifico del laboratorio di Avellino Futura Diagnostica, che ha confermato come Immobile, Leiva e Strakosha "avrebbero potuto giocare contro la Juventus. Abbiamo le prove".

Dichiarazioni che rimettono ogni decisione in discussione, perchè proprio Taccone è partito all'attacco in difesa dell'operato del suo laboratorio di analisi di Avellino messo sotto accusa sui tamponi effettuati ai giocatori della Lazio. Lo steso laboratorio di analisi che nel calcio ha già operato e sta operando sui controlli anti virus seguendo i protocolli imposti dalle autorità governative e sportive: "Abbiamo già gatto interventi su altre squadre" ricorda Taccone (ad esempio i casi di positività nella Viterbese) " e per noi i tre geni analizzati sui tre giocatori – Immobile, Strakosha e Leiva – sono negativi". 

Cosa significano le parole di Taccone? Che, semplicemente, i tre giocatori potevano scendere in campo nella partita contro la Juventus e non restare in isolamento. Dunque, la Lazio non ha potuto schierare la sua migliore formazione, costringendo Inzaghi a fare a meno di titolari importanti, condizionandone schieramento e rendimento.

La ricostruzione del ‘caso' tamponi della Lazio

Tutto nasce dalla scelta particolare del club di Claudio Lotito che – al contrario di molte società di Serie a – non si è rivolto al laboratorio Synlab ma a "Futura Diagnostica" per l'analisi dei tamponi cui si sottopongono ciclicamente i giocatori seguendo i protocolli. Già a fine ottobre iniziano le discordie sulla valutazione di positività e negatività tra i due laboratori: per quello di Avellino i tre giocatori in questione risultano abili e arruolati, per quello sotto direttiva Uefa no. Ne nasce un contenzioso per il quale contro la Juve, nessuno dei tre calciatori verrà convocato, perché ritenuto positivo al Coronavirus.

Il confronto-scontro tra i due laboratori di analisi però non si esaurisce qui. Ognuno resta sulle proprie posizioni scientifiche, ‘litigandosi' la lettura di uno dei tre geni analizzati (il gene ‘N' definito dallo stesso Taccone un ‘gene ballerino' che può indicare ‘lieve positività' ma non per questo definisce un contagio). Intanto, si apre una indagine della procura per chiarire in modo definitivo responsabilità e problematiche.

Cosa succederà oggi e cosa rischia la Lazio

Oggi i tamponi raccolti alla vigilia della partita contro la Juventus – circa un centinaio – saranno processati di nuovo: la procura ha nominato come proprio consulente tecnico esterno, la dottoressa Maria Landi, responsabile del dipartimento di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedaliera "Moscati" di Avellino. Il test servirà per valutare la correttezza delle procedure effettuate nei due laboratori, di Avellino  e di SynLab. L'obiettivo finale è duplice: in primo luogo si vuole capire se vi sia stato una sorta di errore scientifico nella valutazione dei tamponi (e in questo caso la stessa Federazione, solleciata dall'Uefa, spinge per avere un solo laboratorio d'analisi ‘ufficiale), in seconda istanza si vuole comprendere fino in fondo la posizione del club di Lotito (per appurare eventuali responsabilità dirette nel tentativo di celare gli esiti dei test o verificarne lo stato di vittima della situazione creatasi).

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