Tacconi shock, gli effetti devastanti delle operazioni al cervello: “Cavalli, serpenti, ragni e acqua”
Cavalli fuori alla finestra. Acqua che cade dal soffitto. Serpenti che strisciano sui pavimenti. E ragni ovunque, sui muri. Il racconto di Stefano Tacconi e sua moglie, Laura Speranza, a Verissimo fa accapponare la pelle. Un anno fa, ad aprile, l'ex portiere della Juventus e della Nazionale fu colto da un malore improvviso e ricoverato d'urgenza per un aneurisma. Lo colpì all'improvviso e si spense la luce, gli salvò la vita il figlio, Andrea, che era con lui. Il trasporto in ospedale, l'emorragia cerebrale. la diagnosi, il doppio intervento e poi la riabilitazione sono stati come una lunga camminata nel deserto. Di quel periodo oggi descrive sensazioni che mettono i brividi addosso perché – dice – "quando tocchi il cervello è dura".
Allucinazioni. Tacconi ci ha convissuto per un po'. Al disagio fisico si sono aggiunti quelle strane visioni che gli arrivavano dal profondo della mente e una memoria a breve termine sfuggente. "Ricordavo cose accadute anche quarant'anni fa ma non quello che avevo mangiato il giorno precedente", ha aggiunto l'ex calciatore nella chiacchierata con Silvia Toffanin. Il decorso post-operatorio ha avuto effetti collaterali agghiaccianti: lui notava cose che, ai familiari intorno al mondo, sembravano deduzioni deliranti. "Mi arrabbiavo perché vedevo i cavalli fuori dalla finestra ma gli altri non mi credevano".
Accanto a Tacconi c'è la consorte. Entrambi hanno gli occhi umidi per la commozione e un groppo in gola nel rammentare quei momenti così duri e tremendi per l'angoscia, la paura, lo smarrimento provato dinanzi all'evoluzione della riabilitazione, al timore che nulla fosse più come prima. Iniziò tutto con un mal di testa poi piombò in un limbo fino a quando non tornò in sé. "Stefano diceva di vedere l'acqua che scendeva dal soffitto, serpenti che camminavano per terra e ragni in tutti i muri della stanza. È stato terribile", sono le parole di Laura che guarda dinanzi a sé come se quegli istanti li stesse vivendo in quel momento.
È seduta davanti alla telecamere ma con la mente e con il cuore fa un viaggio a ritroso (e ritorno) nel tempo portando con sé quel carico di ricordi che sono un macigno sull'anima. "Ha avuto però la forza di combattere anche questa cosa. Stefano è la mia raccia. Lui non ha mai mollato. Quando sono andata in ospedale lui era attaccato a tubi ovunque. È stato tremendo avvisare i miei figli. Quel giorno lui era ad Asti con Andrea e doveva raggiungermi ma poi non l’ho più sentito. Alle 14 mi arrivò la telefonata dall'ospedale e una dottoressa mi spiegò cosa era successo. Ora, dopo tutto, quasi non possiamo crederci che sia ancora a casa con noi".
Tacconi sotto i ferri c'è finito per una terza volta ma questa volta per un altro motivo. "Sì, la terza volta nel giro di due anni. Ma l'aneurisma non c'entra. Per un anno e mezzo sono stato fermo negli ospedali, mangiare e nutrirmi è stato difficile per i miei calcoli al fegato. Non ho avuto paura per quel che mi è successo. Adesso faccio riabilitazione due volte a settimana… non ce la faccio più".