Tacconi migliora, saluta e muove gli arti: “In 2-3 giorni potrebbe lasciare la rianimazione”
Come sta Stefano Tacconi? L'ex portiere di Avellino, Juventus e Nazionale è ancora ricoverato in ospedale ad Alessandria a causa del malore che il 23 aprile scorso lo ha costretto a ricorrere a cure mediche specialistiche. Una emorragia cerebrale conseguenza di una rottura da aneurisma ne ha provocato il malessere avvertito già nel corso di un evento di beneficenza. Ha chiuso gli occhi, buio intorno e s'è svegliato altrove. I messaggi del figlio, Andrea, e gli aggiornamenti pubblicati sui social network chiariscono quali sono le condizioni attuali dell'ex calciatore. Mostra progressi incoraggianti, segnali evidenti che un miglioramento c'è ma, al tempo stesso, con la consapevolezza che la strada verso la guarigione è ancora lunga.
"La situazione è più stabile, Stefano Tacconi è ancora in rianimazione, ma sicuramente ha una vigilanza migliore. Non risponde completamente, ma esegue ordini. Saluta, muove i quattro arti". Il post su Facebook riporta le ultime notizie che la famiglia ha appreso dal dottore Andrea Barbanera, direttore della Struttura di Neurochirurgia, che sta seguendo il caso assieme a Fabrizio Racca, direttore della Terapia Intensiva. "Se la situazione continua cosi, in 2-3 giorni potrebbe lasciare la rianimazione ed essere spostato nel reparto di neurochirurgia. Stiamo anche cominciando a staccarlo dal respiratore. Diciamo che ha fatto passi avanti molto importanti: non c'è ancora il rischio zero, ma direi che il messaggio che diamo oggi è positivo".
Parole che permettono di tirare un sospiro di sollievo dopo tanta apprensione. Parole di moderata cautela che appaiono come una luce in fondo al tunnel. Uno squarcio di ottimismo rispetto all'ansia, al dolore e all'angoscia per l'evoluzione del quadro clinico. Il peggio sembra essere passato. "Abbiamo preso la direzione giusta e sicuramente ci sarà ancora strada da fare. Forse, però, la parte più in salita di essa è terminata", è la conclusione tratta dai medici. Un notevole passo in avanti che dà seguito alla speranza data da alcuni fattori dei giorni scorsi quando Tacconi sembrava aver reagito con forza al colpo subito. "Muove un po' gli occhi e gli arti ma serve tempo", fu la constatazione salutata come il simbolo del leone che stava ancora lottando, utilizzando le parole messe assieme dal figlio a corredo del momento difficile attraversato dal genitore.