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Tacconi è rinato: “Dai, fatemi tornare a casa. E meno male che Dybala è andato via”

Il recupero dell’ex portiere della Juventus e della Nazionale è prodigioso: “Era arrivato all’ospedale di Alessandria in condizioni disperate”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Stefano Tacconi sta sempre meglio dopo l'emorragia cerebrale – provocata dalla rottura di un aneurisma – che lo aveva colpito lo scorso 23 aprile. Il 65enne ex portiere della Juventus e della Nazionale era stato ricoverato in condizioni molto gravi prima ad Asti e poi ad Alessandria, nel cui reparto di Neurochirurgia era stato operato. Dopo un paio di settimane, era stato sottoposto ad un altro intervento e il 14 maggio aveva lasciato l'ospedale per essere trasferito nel centro specializzato Borsalino di Alessandria, dove sta svolgendo la riabilitazione.

Sessioni di esercizi lunghe e pesanti, che danno il senso dei grandi progressi fatti da Tacconi ma anche della sua forza di volontà per recuperare il più possibile: l'ex portiere perugino è impegnato in due sedute di fisioterapia al giorno, dalle 9 alle 16, con due ore di pausa per pranzare e riposare. Si alza da solo, cammina accompagnato e si muove con la sedia a rotelle. Ma soprattutto spinge al massimo senza fiatare, con una motivazione fortissima che lo porta a dare tutto negli esercizi: tornare a casa.

Tacconi lo dice chiaramente, sia pure con un filo di voce, nella sua prima intervista – al quotidiano La Stampa – da quando è stato ad un passo dalla morte: "Ho vinto tutto nella mia carriera, ma questa è la coppa più importante. Non ricordo quasi niente. Ho capito che sono stato tanto male, ma ora va molto meglio. Dai, dai, fatemi alzare. Voglio uscire dall'ospedale e tornare a casa presto".

Stefano Tacconi ha vinto tutto con la Juventus negli anni '80
Stefano Tacconi ha vinto tutto con la Juventus negli anni '80

La rinascita dell'ex azzurro è scandita dal ritorno alle vecchie abitudini: la mattina vuole i giornali e da qualche giorno ha cominciato a fare anche le parole crociate. E ovviamente segue la sua Juventus, con opinioni sempre schiette e decise: "Alla Juve è tornato Pogba, un gran giocatore. Meno male che Dybala è andato via".

Al suo fianco c'è sempre la moglie Laura, fondamentale al pari del figlio più grande Andrea che era con lui al momento del malore e gli ha salvato la vita: "Stefano ha avuto la reazione di un giovane – spiega Lauraè di nuovo reattivo e, come dicono i medici, si vede che ha fatto sport nella vita. È un leone ferito in gabbia, ma è tornato lui con la sua grinta, la sua tenacia e, negli ultimi giorni, persino la solita voglia di scherzare. Con noi poi… se qualcosa non gli va bene si arrabbia pure, come sempre. Ha una forza di volontà incredibile e questo lo sta aiutando tantissimo, non l'ho visto un giorno depresso e non ha mai pianto. Non vederlo più intubato è stato bellissimo. Un giorno ha chiesto un foglio, una penna e ha disegnato un cuore con le nostre iniziali".

A vederlo adesso sembra davvero un miracolo, e se la parola sembra esagerata ci pensa il direttore della Neurochirurgia dell'ospedale di Alessandria, Andrea Barbanera, che ha operato Tacconi, a spiegare come stavano realmente le cose quando fu ricoverato: "I progressi che sta facendo sono sorprendenti, ma bisogna procedere a gradi e non avere fretta. Se tutto va bene, a fine agosto potrà essere dimesso e proseguire la riabilitazione a casa. Ricordiamoci sempre che il 23 aprile è arrivato all'ospedale di Alessandria in condizioni disperate e non aggiungo altro. Se si fosse sentito male di notte anziché al mattino, non saremmo qui a parlare. Ora, piano piano, inizia a camminare e, con la logopedista, sta andando benissimo anche per l'alimentazione: a fine aprile ci avremmo messo tutti dieci firme a vederlo così".

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