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Szoboszlai scioccato dai soccorsi “troppo lenti” a Varga, la UEFA risponde con un numero: 15 secondi

Il calciatore dell’Ungheria è stato operato e sta bene ma adesso restano le polemiche per l’intera gestione della situazione e l’efficacia dei protocolli. “La vicenda Eriksen cosa ha insegnato?”.
A cura di Maurizio De Santis
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Barnabas Varga è in condizioni stabili dopo il tremendo infortunio capitatogli durante la partita contro la Scozia. L'incidente di gioco con il portiere, Gunn, gli ha procurato fratture facciali che gli sono state ricomposte ricorrendo a un'operazione eseguita in ospedale a Stoccarda.

"L'intervento è stato eseguito – ha ammesso il padre calciatore ai giornali ungheresi -. Adesso attendiamo fiduciosi che la compagna di nostro figlio ci dia altre informazioni ma possiamo essere più tranquilli rispetto a ieri. Non sappiamo, però, quando potrà essere dimesso".

Negli occhi restano quelle immagini tremende che la regia ha mandato in onda: il replay ravvicinato dell'impatto violento e l'obiettivo fisso sul corpo del calciatore, immobile per terra. Le polemiche sui soccorsi lenti, sulla poca prontezza del personale paramedico travalicano anche ogni possibile spiegazione sul protocollo da seguire.

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"In momenti del genere ogni secondo è importante", sono state le parole del capitano magiaro, Szoboszlai, che in quel trambusto s'è dato da fare affinché lo staff sanitario entrasse in campo in fretta portando subito la barella.

L'ha tirata con premura, sbracciandosi e facendo segno che non c'era altro tempo da perdere. Era disperato, in lacrime: dentro di sé poteva rivedere le scene orribili del malore di Eriksen di 3 anni fa. E quando racconta quei momenti lo fa con un groppo in gola.

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"Non augurerei a nessuno quella sensazione – ha ammesso il calciatore -. Sono stato uno dei primi ad arrivare lì, quella scena mi è rimasta impressa. È stato veramente brutto. Non capisco il protocollo… tutta la nostra panchina ha quasi spinto i paramedici e la barella perché il personale non è stato abbastanza veloce".

Il giocatore del Liverpool ha insistito sulla necessità di rivedere norme e tempistica dell'intervento dello staff medico, indipendentemente dal fatto che l'arbitro dia o meno il permesso a qualcuno di entrare in campo. Al riguardo è arrivata la presa di posizione della Uefa.

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"L'intervento del medico sociale è avvenuto entro 15 secondi dall'incidente – si legge nella nota della Federazione -, seguito immediatamente dal secondo medico dello stadio, per effettuare una prima valutazione dell'infortunio e fornire un trattamento adeguato, come da consuete procedure mediche. La squadra qualificata di emergenza a bordo campo è arrivata con la barella non appena è stato richiesto l'intervento dai medici così da trasferire il calciatore in ospedale. Il coordinamento tra tutto lo staff medico sul posto è stato professionale, non ci sono stati ritardi nel trattamento e nell'assistenza al giocatore".

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Fin qui la discussione sui soccorsi ma c'è ancora dell'altro che ha alimentato polemiche: la gestione della regia e la messa in onda delle immagini scioccanti di Varga hanno sollevato obiezioni ulteriori nei confronti della Uefa. La stessa conduttrice della BBC s'è scusata in diretta per quella sequenza proposta in tv senza filtri.

Eppure – come sottolineato anche dai tabloid – ci si era già trovati dinanzi a un episodio del genere, proprio in questo torneo, tre anni prima, quando Christian Eriksen collassò sul campo di Copenaghen in seguito a un attacco cardiaco. Fattore urgenza e orrore sbattuto in primo piano in diretta tv, c'è stata una falla nei protocolli ma nessuno sa spiegare perché.

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