Szczesny e il vizio del fumo: “Provo a nascondermi, ma qualcuno mi fotografa da dietro gli alberi”
"Sono affari miei, quel che faccio non fluisce affatto sul mio rendimento in campo". Woijciech Szczesny è da poco arrivato al Barcellona, che lo ha tesserato per colmare il vuoto lasciato da Ter Stegen infortunato. In Spagna sanno tutto di lui sia dal punto di vista professionale sia per alcuni aspetti della vita privata, uno in particolare: fuma sigarette. Non ne ha mai fatto mistero fin dai tempi con l'Arsenal e a Torino, con la Juventus, si rese addirittura protagonista di un simpatico siparietto con l'ex allenatore, Maurizio Sarri, al quale una boccata non è mai dispiaciuta: dopo la vittoria dello scudetto con la Juventus nell'anno del lockdown per il Covid, gliene passò una in diretta ("tieni, te la sei meritata").
Szczesny ha un rapporto con il tabacco ponderato, il più classico vezzo/vizio che un calciatore può concedersi occasionalmente quale diversivo per scaricare la tensione e lo stress accumulati. Ecco perché quando in un'intervista viene toccato l'argomento lui risponde sì con calma ma non senza manifestare un po' di fastidio per una questione che considera "personale" e, più ancora, molto marginale rispetto alla sua vita di atleta. In buona sostanza: sono fatti suoi, fare un tiro ogni tanto fa parte della sfera priva e soprattutto non inficia le sue prestazioni tra i pali.
"Se fumo è solo affar mio – le parole dell'estremo difensore polacco aò Mundo Deportivo -. Non condiziona il mio lavoro sul campo di calcio e non lo faccio mai davanti ai bambini per non avere una un'influenza negativa su di loro". Perché tanto clamore rispetto a un gesto che nella quotidianità è molto comune? Szczesny non è stato il primo né è l'unico calciatore/sportivo a concedersi un momento di relax del genere.
Eppure, fa notizia. Il motivo? Lo spiega lui stesso: "Capita a volta che qualcuno, nascosto tra gli alberi, mi scatti una foto mentre ho la sigaretta in mano. Per quanto cerchi di fumare senza dare nell'occhio, non mostrarlo alla gente, non mi riesce. Non alcuna intenzione di cambiare le mie abitudini. Ho sempre fatto così… ripeto, sono fatti miei. E voglio essere giudicato come portiere non per vicende così poco interessanti".
In passato, però, la "trasgressione" della sigaretta gli è costata cara: nel 2015 perse il posto da titolare all'Arsenal perché qualcuno fece una soffiata a Wenger. Il manager francese di allora la prese male e al suo posto mise David Ospina (che in Italia ha giocato col Napoli). Tutti sapevano che fumava, allenatore compreso ma qualcosa andò storto.
"All'epoca fumavo regolarmente e l'allenatore lo sapeva benissimo. Lui non voleva si fumasse negli spogliatoi e lo sapevo anche io. Purtroppo, in seguito alla sconfitta contro il Southampton, per la tensione accesi una sigaretta. Lo feci appartandomi nello stanzone, me ne andai in un angolo delle docce dove nessuno poteva vedermi".
Invece, qualcuno si accorse di lui e lo riferì a Wenger. "Un paio di giorni dopo mi chiese se avevo fumato davvero nello spogliatoio. Gli dissi la verità, presi una multa e persi il posto. "Sari fuori squadra per un po'…", le parole di Wenger che lasciò spazio al colombiano. "David giocò davvero bene quelle partite".