Sven-Goran Eriksson è morto a 76 anni, aveva un cancro non operabile: 5 giorni fa l’ultimo messaggio
Sven Goran Eriksson è morto. L'ex allenatore, che in Italia abbiamo conosciuto sulle panchine di Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, aveva 76 anni ed era affetto da cancro al pancreas. All'inizio dell'anno aveva fatto sapere che gli restava solo un anno di vita. Nel corso della sua carriera calcistica il tecnico svedese ha allenato una serie di club europei di alto profilo e anche la Nazionale dell‘Inghilterra. Pochi giorni fa, nell’ultimo docufilm intitolato semplicemente “Sven”, Eriksson aveva ripercorso tutta la sua vita sportiva e non solo dedicando un ultimo estremo saluto al mondo.
Un messaggio toccante, carico di amore verso la vita da parte dell’ex tecnico svedese malato terminale per un cancro al pancreas: “Spero di essere ricordato come un brav’uomo”. Ad annunciare la morta di Eriksson è stata la famiglia attraverso una nota: "Sven-Göran Eriksson è morto dopo una lunga malattia, questa mattina a casa, circondato dai più stretti familiari: la figlia Lina, il figlio Johan con la moglie Amana e la nipote Sky, il padre Sven, la fidanzata Yanisette con il figlio Alcides, il fratello Lars-Erik con la moglie Jumnong. La famiglia chiede rispetto per il loro desiderio di piangere in privato e di non essere contattati".
Il viaggio di Eriksson negli ultimi mesi in diversi stadi del mondo
Negli ultimi tempi, subito dopo aver rivelato la sua malattia, tutto il mondo del calcio ha mostrato enorme vicinanza al tecnico. Diverse squadre lo hanno ospitato. In Italia ad accoglierlo sono state Lazio e Sampdoria, due delle quattro squadre di Serie A che Eriksson ha avuto modo di allenare. All'estero il Liverpool ha anche coronato il suo sogno permettendogli di sedere almeno una volta sulla panchina dei Reds. Il tecnico svedese è stato ospitato anche in altri degli stadi più importanti che hanno caratterizzato la sua carriera. Dall'Olimpico ad Anfield passando per quello del Benfica e appunto Marassi.
L'emozionante messaggio d'addio rivolto a tutti coloro i quali hanno fatto parte della sua vita
Eriksson proprio all'interno del documentario, che andrà in onda su Amazon Prime, ha voluto salutare al meglio tutti coloro i quali hanno fatto parte della sua vita. Senza dimenticare chiaramente il mondo del calcio: "Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi, sorridete alla vita. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, il pubblico, è stato un viaggio fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela fino alla fine. Ciao".
La malattia di Eriksson: un cancro non operabile
Eriksson aveva un tumore al pancreas giudicato non operabile. Nel corso di un'intervista aveva raccontato anche come scoprì di avere il cancro. L'ex allenatore ebbe un collasso improvviso che portò alla luce la malattia: "Il giorno prima ero uscito e avevo corso cinque chilometri. Tutto è venuto dal nulla". Dopo gli accertamenti in ospedale, si scoprì che Eriksson aveva avuto un ictus e aveva anche un cancro. "Dal pancreas ha cominciato ad andare anche in altri organi, fegato, polmoni – spiegò successivamente il tecnico scandinavo a Le Iene parlando della malattia –. È un tumore che non si può curare né operare, viene come uno shock".