Sull’Italia si abbatte l’anatema dalla Francia: “Insultare Zidane non poteva restare impunito”
Un tonfo fragoroso. La sconfitta dell'Italia in casa, al 92°, contro la Macedonia del Nord che ha pensato solo a difendersi e fatto solo 2 tiri in porta è stata deflagrante. Ha generato il boato di sberleffi, critiche e attacchi di quanti non aspettavano altro per ribadire che la vittoria degli Europei era stata un bluff, un furto, immeritata. Hanno cominciato gli inglesi che – dopo un'estate passata a mordere mani e gomiti per gli smacchi subiti nel calcio e nell'atletica alle Olimpiadi – non hanno perso tempo lanciando a mo' di boomerang quello slogan "it's coming home" che li aveva lasciati stecchiti a Wembley. È diventato "restate a casa", con tanti saluti mentre loro se ne vanno in Qatar e noi restiamo davanti alla tv per la seconda volta di fila. Otto anni a masticare delusioni più altri quattro per riprovarci nel 2026. Una vita.
Nessuno immaginava che la Nazionale campione d'Europa facesse una figura del genere: arrivare seconda nel girone di qualificazione dietro la Svizzera (maltrattata qualche mese prima nel torneo continentale), faticando contro Bulgaria, Irlanda del Nord e sorbendo il brodino Lituania. Nessuno immaginava che ci sarebbero stati tanti patimenti anche contro un avversario tecnicamente inferiore come i macedoni. La legge del calcio, però, è inesorabile… se non la butti dentro nemmeno quando il portiere avversario ti dà la palla davanti alla porta spalancata (Berardi, cosa hai combinato…) può accaderti di tutto. Anche prendere un gol a tempo scaduto con un tiro da più di 25 metri che trova impreparati calciatori e portiere.
Che beffa, deve essere una maledizione. Sì e no… Il no è un richiamo alle responsabilità palesi, gravi dello stesso Mancini (per tutti gli errori commessi in occasione di un match così delicato) che adesso medita le dimissioni (si fanno già i nomi per sostituirlo) e della Federazione relativamente al sistema calcio in Italia. Il sì, invece, prende spunto dalla reazione avuta da una parte della stampa europea. Detto degli inglesi (ma il tonfo è stato scandito anche da accenti di stupore in Germania come in Spagna), non è passato inosservato un tweet di RMC Sport pubblicato poco dopo il triplice fischio dell'arbitro transalpino, Turpin, e poi rimosso dopo essere stato molto condiviso.
Cosa conteneva il messaggio? Anche se non conoscete il francese non è difficile comprendere qual è il senso della frase editata a corredo della foto che ritrae Paolo Cannavaro e gli Azzurri che sollevano la Coppa del Mondo conquistata a Berlino nel 2006 proprio in finale contro la Francia. Il match passato alla storia (anche) per la testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi. Il campione venne espulso per quell'atto impulsivo, una reazione d'istinto a una volgare provocazione (fu la versione e la difesa d'ufficio urlata dal suo Paese) dell'ex difensore dell'Inter.
Cosa c'entra tutto questo con Roberto Mancini e l'Italia fatta fuori dalla Macedonia? Le parole sono chiarissime: "Dalla sua incoronazione nel 2006, l'Italia non ha superato i gironi della Coppa del Mondo – si legge -. Eliminata ai gironi nel 2010 e nel 2014. Non qualificata nel 2018 e nel 2022". Infine, la parte che fa pensare all'incantesimo. "Insultare Zidane non poteva rimanere impunito. Gli dei del calcio si scatenano". E all'Italia "persa nel deserto" (è il titolo del quotidiano L'Équipe che campeggia accanto alla foto di Marco Verratti) non resta che l'ennesimo esilio. I suoi giorni di gloria sono finiti. Gli dei del calcio non perdonano.