Sul palco della Spagna c’è una piccola tifosa, ha un tumore incurabile: “Ci insegni la vita”
La festa per la vittoria della Spagna agli Europei ha avuto anche un momento molto toccante, che ha fatto da spartiacque tra gli sfotto' riservati all'Inghilterra (clamoroso quello su Gibilterra) e l'euforia della folla che ha accolto le Furie Rosse. Il capitano della Roja, Alvaro Morata, cambia tono di voce, espressione del viso, postura e ha una luce negli occhi totalmente differente quando chiama sul palco il calciatore del Villarreal, Álex Baena. Ad accompagnarlo c'è una persona speciale, una bimba di 10 anni, María Camaño, la cui storia mette i brividi addosso e riporta sulla terra tutti quanti in quella serata di grande entusiasmo hanno creduto di toccare il cielo con un dito.
Da 3 anni la piccola si sottopone a terapie durissime a causa del sarcoma di Ewing, una delle forme di tumore più aggressive e devastanti: un cancro incurabile che colpisce le cellule delle ossa. Una neoplasia di elevato grado di malignità dinanzi alla quale nemmeno la scienza dell'uomo può nulla. María è una tifosa dell'Atletico Madrid e aveva un desiderio: conoscere l'attaccante dei colchoneros. Indossa una maglia della nazionale iberica e vederla lassù, sorridente nonostante tutto, spiega molte più cose di quanto la ragione e la sensibilità dell'animo possano mettere assieme.
Non servono parole, ma quelle che pronuncia Morata arrivano dritte al cuore perché non sono di circostanza. Lui, padre di 4 figli (di cui la più piccola nel 2023), sta male al solo pensiero di come si possano sentire i genitori di quella bambina. E trattiene la commozione quando prende il microfono. C'è nulla da scherzare, l'immagine e la condizione della bimba rappresentano già un messaggio potente.
Siamo così felici di averti qui con tutti noi – dice l'ex juventino, che in Serie A ci sarà di nuovo nella prossima stagione ma con la maglia del Milan -. Noi giochiamo solo a calcio, tu invece insegni ogni giorno, ad Álex, a me, a tutti noi cosa significa combattere nella vita e cosa vuol dire essere un supereroe.
Il resto entra nel corredo accessorio di una serata certamente memorabile, di valore elevato sotto il profilo sportivo ma infinitamente piccola rispetto al lato oscuro della vita che ti fa urlare dentro "perché? perché proprio a una creatura ancora indifesa?". Tra le pieghe del breve discorso che fa Morata si può leggere anche questo, ricordando come gioia e dolore siano due facce della stessa medaglia. Dipende quale lato ti tocca in sorte.