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Arrestato Massimo Ferrero, ex patron della Samp

“Su Ferrero abusi e illegittimità, in carcere è vestito da sampdoriano”: parla l’avvocato

L’avvocato Giuseppina Tenga ha confermato i difficilissimi momenti vissuti subito dopo l’arresto: “Non si fosse chiamato Ferrero probabilmente non ci sarebbe stato questo triste trattamento”
A cura di Alessio Pediglieri
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Lo scorso 6 dicembre è stato arrestato Massimo Ferrero nell’ambito di un’inchiesta per reati societari e bancarotta fraudolenta. Ricopriva ancora il ruolo di presidente della Sampdoria – carica dalla quale si è prontamente dimesso – ma il club blucerchiato non è mai stato coinvolto né in maniera diretta né indirettamente. Il motivo della custodia cautelare immediata è legato ad altre vicende proprie della famiglia Ferrero e del fallimento di alcune società, con sede in Calabria, di diversi anni prima. Oggi, Ferrero è ancora detenuto e si trova in stato di arresto nel carcere milanese di San Vittore.

Tanti i capi d'accusa, così come le indiscrezioni che si sono susseguite nei giorni successivi alla notizia del suo fermo. Una situazione ancora complessa e che è in piena evoluzione, ma sotto il costante monitoraggio da parte dell'Avvocato Giuseppina Tenga, uno dei legali di Ferrero. Già contattata direttamente nelle ore successive alla notizia dell'arresto, Fanpage ha risentito l'avvocato che ha spiegato l'attuale stato d'animo dell'ex presidente della Samp dopo le prime concitate ore: "Adesso sta benissimo, è trattato a San Vittore in modo efficiente. Tanto è stato difficoltoso il momento iniziale fatto di abusi e illegittimità quanto devo ammettere l'efficienza totale del carcere milanese. Sono tempestivi e attenti, nei colloqui nel trattamento in generale, in tutto".

Le notizie sulle sue precarie condizioni di salute sono oramai superate, anche come il momento più difficile e delicato, in cui secondo l'avvocato Tenga gli è stato riservato un trattamento ingiustificato: "Da parte della Procura di Paola e della Gdf devo sottolineare che ci sono stati una serie di abusi e di illegittimità nel procedimento di custodia cautelare. Faccio presente ad esempio che mi hanno fatto letteralmente sparire Ferrero per 14 ore, dalle 11 della mattina alle 19 della sera. Io non sapevo nemmeno dove fosse. Si diceva che era stato trasferito a San Vittore ma non era vero e alla fine abbiamo scoperto che era stato trattenuto in una caserma della Gdf. Senza cellulare né la possibilità di contattare l'esterno. Un trattamento immotivato e illegittimo".

Acqua passata perché adesso, nel carcere milanese di San Vittore la situazione è cambiata, decisamente in meglio. "Lo sento spesso al telefono e sta bene" assicura l'avvocato Tenga. "Lui è entrato vestito da sampdoriano e non è uno scherzo. Vi spiego anche perché: quando è stato arrestato, non aveva nemmeno un cambio, così ho chiamato il suo autista perché andasse in albergo per prendere qualcosa ma non ha potuto farlo vista la presenza della Gdf. Così si è recato alla Sampdoria e ha portato a Ferrero i vestiti societari. Nessuna felpa o cappucci vari perché è vietato, ma ha ricevuto degli abiti del club. Peccato che poi mi abbia chiamato per dirmi di portargli altri indumenti: li aveva regalati tutti ai secondini…"

Massimo Ferrero ricopriva il ruolo di presidente della Sampdoria dal 2014. Si è dimesso subito dopo il fermo.
Massimo Ferrero ricopriva il ruolo di presidente della Sampdoria dal 2014. Si è dimesso subito dopo il fermo.

I cattivi pensieri, però, non si allontanano: "Non hanno voluto rendergli le cose facili, forse perché è un personaggio pubblico e particolare. Se gli avessero concesso di andare a Roma per la perquisizione della sua abitazione, poi lo avrebbero dovuto mandare in un carcere romano. Invece così hanno potuto mandarlo in uno di Milano. Poi c'è la Procura che indaga che è di Paola e si aggiunga che le perquisizioni sono state effettuate a Roma. Anche quell'interrogatorio da remoto era impossibile sostenerlo, non avevamo i documenti. Si tratta di circa 20 faldoni… secondo voi è possibile far leggere a Ferrero una mole di contenuti simile? Basta conoscerlo per dire di no… Non si poteva rispondere"

Ora l'obiettivo è di farlo uscire da San Vittore il prima possibile: "Le carte le abbiamo avute e stiamo valutando. L'idea? Almeno di permettergli il prima possibile di ottenere gli arresti domiciliari, la detenzione è di solito prevista per allontanare chi delinque dal suo territorio, ma non è questo il caso. Non si fosse chiamato Ferrero probabilmente non ci sarebbe stato questo triste trattamento"

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