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Stones accusa l’Arsenal di usare le “arti oscure” nel calcio: così hanno pareggiato contro il City

Un concetto particolare, ma che Stones ha ben espresso subito dopo il 2-2 tra City e Arsenal: “Interrompono il gioco e ovviamente sconvolgono il ritmo per tutti”
A cura di Ada Cotugno
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Soltanto il pareggio di Stones al 98′ ha evitato al Manchester City una bruttissima sconfitta contro l'Arsenal, barricato in difesa per tutto il secondo tempo per resistere agli assalti della squadra di Guardiola. È stato un finale di partita ad alta tensione, anche a causa di qualche scelta arbitrale non condivisa dai giocatori, ma all'Etihad tutti puntano il dito contro Arteta e le sue "arti oscure".

Un concetto che sicuramente non appartiene al mondo del calcio ma che è stato citato più volte quando si parla dell'allenatore spagnolo: i suoi detrattori lo accusano di continue perdite di tempo che spezzettano la partita e innervosiscono gli avversari, una situazione che si è verificata anche nel secondo tempo con il City.

Le arti oscure dell'Arsenal

È stato proprio Stones a puntare il dito contro i Gunners, sottolineando il loro comportamento scorretto nel secondo tempo. L'Arsenal non ha mai tirato in porta e ha resistito il più possibile agli assalti del Manchester City che ha trovato il pareggio soltanto nel finale, dopo un assedio lunghissimo. Stones sa bene perché la sua squadra non ha vinto: "L’Arsenal padroneggia le arti oscure del calcio. Lo fanno da qualche anno, e sappiamo che dobbiamo aspettarcelo. Puoi chiamarlo intelligente o sporco, ma è la stessa cosa. Interrompono il gioco e ovviamente sconvolgono il ritmo per tutti. Lo usano a loro vantaggio e penso che l’abbiamo gestito molto bene".

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Nel corso della sua spiegazione a Radio 5 Live Stones chiarisce meglio il concetto delle "arti oscure" utilizzate dall'Arsenal per guadagnare tempo nella ripresa: "Quei piccoli intoppi fermano il ritmo e penso che ce la siamo cavata molto bene. Hanno fermato il gioco, hanno usato un lato del calcio che non molte squadre hanno, rendendo le cose difficili, rallentando. In quei momenti abbiamo dovuto controllare le nostre emozioni e ho avuto la sensazione che ci siamo riusciti, ed è stata una bella battaglia: tanti contrasti, alcune decisioni stupide".

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