video suggerito
video suggerito

Stefano Vitullo, il procuratore più social: “La gente ci pensa cattivi, ma io lavoro anche a Natale”

Stefano Vitullo a Fanpage.it ha raccontato un po’ il suo mondo da una prospettiva che in pochi conoscono e ha spiegato i motivi per cui ha deciso di comunicare in maniera diversa l’universo degli agenti e dei procuratori sportivi.
A cura di Vito Lamorte
55 CONDIVISIONI
Immagine

Come si diventa l'agente dei calciatori più social d’Italia? Lo abbiamo chiesto a Stefano Vitullo, che è procuratore sportivo riconosciuto dalla FIGC e FIFA Player Agent ma da qualche tempo è diventato una vera star dei social con i video in cui mostra da un'altra prospettiva il suo lavoro.

Vitullo è stato calciatore in passato circa dieci anni fa è diventato agente e poi ha deciso di lanciare il progetto Sport Managements per aiutare giovani calciatori di talento che ancora non hanno la giusta visibilità a entrare nel mondo del professionismo. Grazie al suo staff di preparatori atletici, fisioterapisti, allenatori individuali e match analyst, Stefano offre ai giovani atleti del suo roster l'opportunità di migliorare e di costruire un percorso solido verso una carriera professionistica.

A Fanpage.it Stefano Vitullo ha raccontato un po' il suo mondo da una prospettiva che in pochi conoscono e ha spiegato i motivi per cui ha deciso di  comunicare in maniera diversa l'universo degli agenti e dei procuratori sportivi.

Lei è diventato una vera star sui social, anche vedendo i commenti sui suoi profili: i video che pubblica sono reali o ci sono cose che, magari, ha vissuto lei e sono un po’ romanzate?
"Questa è stata una cosa anche un po’ coraggiosa, perché c’è stato interesse ma molto clamore perché nessuno aveva avuti gli attributi di fare una cosa simile. Anche a livello di società e di genitori dei ragazzi, perché non c’è nulla di romanzato… è tutto vero. Non ho gli attori e non pago nessuno. Se mi firmano le liberatorie, allora io utilizzo il video… altrimenti no. Sono cose che io faccio con i miei collaboratori (che stanno prendendo l’abilitazione) ed è tutto reale. Ovviamente non posso andare in una società con la telecamera, ma quello che posso raccontare io lo documento così ed è tutto reale. Naturalmente devo ringraziare la BEE A CREATOR, società che mi cura i social e mi supportato ed incoraggiato in questo percorso. Quello che tocchiamo sono tutti temi attuali e che mostrano bene i tempi che viviamo, soprattutto con i genitori che si pensano di avere tra le mani chi gli svolta la vita e si vendono per 30 denari".

Da anni fa parte del mondo del calcio e ricorre spesso questo racconto del genitore che spinge il figlio per la carriera. Come e e se è cambiata questa cosa nel tempo.
"I calciatori sono cambiati tanto negli anni. Io ho finito di parlare poco fa con i genitori di un ragazzo e capisci il problema dove sta. Poco tempo fa c’è stato un blocco con gli arbitri in Lazio, ma io sarei per il blocco dei genitori. Loro caricano di pressioni i figli e alcuni non sono nemmeno quello che loro immaginano. Questo è un problema. Pensano di avere il fenomeno in casa che gli svolta la vita e gli fanno fare una vita assurda: non li fanno studiare o gli fanno fare le scuole online, che hanno anche programmi ad hoc, ma non capiscono che gli fanno più un male che un bene. Io utilizzo i social per legarmi col mondo dei giovani e capire un po’ alcune dinamiche: inizialmente non mi entusiasmavano ma poi ho capito che per relazionarmi con loro dovevo imparare a comunicare e capire come si muovono".

Torniamo a parlare di campo. Lavora tanto con i giovani: qual è il suo pensiero sulle seconde squadre?
"Io sono molto favorevole alle seconde squadre e spero che tutti i club più importanti le facciano quanto prima. Con la nuova riforma sono stati penalizzati tanti giocatori, tra cui 2006 e 2007: perché in Primavera si è allungata di un anno e parecchi 2007 sono stati mandati in prestito. Io ho diversi giocatori che sono stati mandati in prestito in Serie D e nei professionisti ci sono pochi club che hanno direttori che vogliono fare dei progetti specifici sui ragazzi. Molti puntano solo a valorizzare e a rivendere, non tanto a vincere e a creare percorsi. Guarda, è tutto un mondo che si apre ogni volta che parli di un ragazzo e si potrebbero buttare via pagine e pagine… io a loro lo dico sempre, io posso aiutarvi a raggiungere l’obiettivo ma in campo ci vanno loro. Poi li mandano a giocare in Primavera 2 o 3. Io ho dei 2007 o 2008 in quelle categorie e ha un senso, ma un 2005 dovrebbe sta in Prima squadra: invece, spesso, non ci vanno perché si attaccano più a quello che c’è intorno a non al campo. E se le cose vanno male non è mai colpa loro".

Ha parlato del suo lavoro e di molto altro, ma chi è Stefano Vitullo?
"Io dal 2012 nel mondo del calcio sotto questa veste ma io prima giocavo. Sono stato a Brighton negli anni ’90, in Third Division, e poi ho avuto questa possibilità di rientrare come agente. Ho fatto l'esame che prima avevano tolto e poi ho lavorato con tanti big nel settore: poi ci sono state scaramucce legati ai soldi e così, alcuni, si sono rivelati per quelli che sono. A quel punto ho deciso di aprire una società mia, ho fatto un sacco di operazioni e ho un’accademia in Senegal".

Se dovesse spiegare ad una persona che non conosce il calcio cosa fa l’agente di un calciatore, in che modo lo farebbe? 
"Bisogna fare delle distinzioni tra grandi agenzie, che hanno settori di scouting, intermediazioni e partnership di vario tipo; e poi ci sono degli agenti, che si occupano di scovare i ragazzi e di avviarli in un percorso. Io la domenica mi prendo la macchina e mi vado a vedere le peggio partite in ogni zona d’Italia: questo lavoro certosino ti permette di avere un portafoglio di un certo livello. Ci sono vari temi da affrontare in merito a questo lavoro. L’agente, in breve, si può dire che è una figura sportiva che si occupa della ricerca di calciatori e del lavoro di avviamento al percorso verso il professionismo".

Si avvicina la sessione invernale di mercato: come lavora un'agente in questo periodo?
"Adesso nel mercato dilettanti già siamo stati attivi mentre per quanto riguarda i professionisti si prepara il terreno per gennaio. Qualche giorno fa si è chiusa la parentesi di svincoli dei settori giovanili dei club pro e sui portali a breve ci saranno i nomi di chi può spostarsi. È tutto in movimento. Alcuni aspettano, altri con le idee chiare si muovono e definiscono operazioni per ufficializzare tutto i primi giorni. Poi questo è pure il mese che devi recuperare un po’ di soldi perché sia le società pro che quelle dilettantistiche non pagano e devi fare le lettere…".

In che senso…
"Non ti pagano le procure, anche squadre professionistiche di A e B. Ti mandano lungo e ti fanno aspettare".

In Serie C conoscevo situazioni del genere, non mi aspettavo A e B.
"Magari. Ci sono club professionistici che si approfittano di alcune situazioni, non solo con me, e ritardano i pagamenti. Ma io che faccio? Io c’ho un giocatore là e che faccio? Una volta che scrivi tramite avvocati poi hai chiuso. La gente pensa che noi siamo i cattivi e gli altri so i buoni, ma è giusto che si sappiano le cose. Poi ognuno fa le sue valutazioni. Anche per questo motivo ho deciso di fare questo tipo dei comunicazione. Mi permetti di dire un’altra cosa?".

Prego.
"Molti pensano che tutti i procuratori sono il male del calcio. Naturalmente non è così, ma è sbagliato il ragionamento a monte. Io la domenica vado a vedere i giocatori dal vivo perché è così che si valutano: non gli algoritmi e i video. Se devi prendere una decisione devi vederlo dal vivo il ragazzo. Io d’estate lavoro, gli altri vanno al mare. Io a Natale lavoro e vanno in vacanza, io ho il telefono che mi squilla durante il cenone. Me lo so cercato io ‘sto lavoro eh, non è che mi hanno messo la pistola alla testa; ma non è tutto rose e fiori come crede qualcuno".

Ultima curiosità. Molti calciatori sono rimasti svincolati dopo il mercato e alcuni si sono accasati dopo. I giocatori non si rendono conto del momento che sta vivendo il calcio o c'è altro?
"Si arriva a questo punto perché le programmazioni dei club sono sbagliate e ti trovi con i top player in rosa che hanno ingaggi enormi in momenti delicati. Io vedo valutazioni grossolane sbagliate da direttori sportivi e da dirigenti, anche esperti a volte. Basterebbe guardare solo il modo in cui si sono mosse le romane, Roma e Lazio, in estate per capire chi ha saputo fare mercato e chi ha messo insieme dei calciatori senza un filo logico. Parlando in maniera molto generale, si può dire che sono frutto di cattiva gestione e programmazione dei reparti sportivi dei club. Dal canto loro, i calciatori continuano a pretendere dei soldi che spesso non possono avere in determinate situazioni".

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views