Spogliatoio imploso al Manchester United: 11 giocatori vogliono andarsene subito
Spaccati. Divisi su tutto in un ambiente "tossico" dove i calciatori dettano legge e hanno potere di vita o di morte sul tecnico. "Uccidono ogni allenatore" che si ritrovano di fronte. Accettare la panchina del Manchester United è come sedersi su una bomba a orologeria: è solo questione di timing, prima o poi scoppierà. Quella di Ralph Rangnick è deflagrata subito: il settimo votato al sacrificio in nove anni dopo Sir Alex Ferguson. Dopo di lui c'è stato solo il diluvio che, nell'ordine, ha trascinato via David Moyes, Ryan Giggs (bandiera utilizzata per un interregno di poche partite), Louis van Gaal, José Mourinho, Ole Gunnar Solskjær, Michael Carrick (3 partite da imbattuto) e adesso l'ex "guru" del progetto Red Bull a Lipsia.
L'arrivo di Cristiano Ronaldo è una parte della questione: dirompente a livello tattico (c'è una squadra intera che, giocoforza, finisce col ruotare intorno a lui), ha alimentato squilibri e malumori. Più che fare luce, la sua stella ha fatto solo ombra. Doveva risolvere problemi, ne ha creati ulteriori. E la sconfitta subita contro il Wolverhampton all'Old Trafford nell'ultimo turno di Premier League è stato come aprire il vaso di Pandora: è uscito di tutto… dai vecchi difetti di personalità, che nessun manager è riuscito a cancellare, fino alle debolezze strutturali di una rosa che dalla metà campo in avanti è molto forte ma non lo è altrettanto in difesa e soffre (anche) per mancata compattezza.
I Red Devils sono attualmente settimi in classifica, a -4 punti dalla quarta posizione (con Tottenham e West Ham davanti) che permette l'accesso alla Champions League. Possono sembrare pochi ma quel margine rischia di essere un baratro nel quale sprofondare per come vanno le cose, per le tensioni all'interno dello spogliatoio. Secondo il Daily Mirror sarebbero addirittura undici i calciatori pronti a lasciare Old Trafford: avrebbero chiesto addirittura la cessione a gennaio, approfittando dell'attuale finestra per i trasferimenti.
Chi sono i giocatori scontenti? Luke Shaw è tra questi e ha puntato l'indice contro le scelte della dirigenza che avrebbero creato i presupposti per il disastro attuale. Jesse Lingard, Donny van de Beek, Eric Bailly e Dean Henderson pure fanno parte del novero dei delusi, ai quali non dispiacerebbe cambiare aria. Tra chi gioca poco o quasi mai e quanti vanno in campo col broncio l'unica certezza è il ticchettio del timer.