Spinazzola pronto per il rientro: “Ora mi sento un leone”. È la fine di un infortunio da incubo
Un infortunio da incubo. Lo sgambetto che la malasorte ti fa sul più bello. Una fitta dolorosa e un rumore sordo: tac… lesione al tendine d'Achille, la diagnosi è come mettere una pietra sul cuore. Leonardo Spinazzola ne ha ancora memoria dentro di sé: fu costretto ad abbandonare il campo piangendo per la disperazione e il timore, per la rabbia di aver subito l'ennesimo, grave acciacco, perché in quei momenti ti passano per la testa (e ci restano) i pensieri più brutti soprattutto se in carriera nei hai vissuti altrettanti.
Adesso il terzino della Roma e della Nazionale è guarito, l'articolazione è stata rimessa in sesto con la suturazione di quella ‘fettuccia' che collega i muscoli del polpaccio al calcagno, la riabilitazione è scivolata via senza intoppi, il percorso di allenamento per il rientro in campo è come vedere la luce in fondo al tunnel. Spinazzola ne uscito e ora ne vuole imboccare un altro, quello che conduce al rettangolo verde e alle partite. "Questo stop mi ha dato un’ulteriore forza interiore e mi ha fatto crescere molto. Adesso mi sento un leone", confessò a Verissimo poche settimane fa, certo che ormai il conto alla rovescia era agli sgoccioli.
Dalle lacrime contro il Belgio, quando fu costretto ad abbandonare il campo sul più bello dell'avventura Azzurra agli Europei, al responso positivo di Lasse Lempainen (lo stesso specialista che lo ha operato a Turku, in Finlandia, e lo ha visitato venerdì a Trigoria): in questo lasso di tempo c'è un pezzo di vita, sportiva e umana, del calciatore che potrebbe tornare tra i convocati di José Mourinho già tra fine novembre e i primi giorni di dicembre.
A Wembley era in campo assieme ai compagni di squadra in Azzurro che non lo hanno mai abbandonato e si sono stretti intorno a lui nel momento più duro, nei giorni più tristi dell'assenza dal campo. E quando c'è stato da condividere il trionfo dopo la finale vinta contro l'Inghilterra ai rigori "Spina" era lì, ad alzare le braccia al cielo nonostante le stampelle, con la medaglia al collo. "Ero molto emozionato nel riceverla – disse Spinazzola -. È stato un gesto bellissimo di Chiellini e Bonucci e di tutta la squadra che ringrazio ancora. Mi hanno detto che me la meritavo".