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Spalletti va controcorrente: “Per me non si gioca troppo, le big hanno rose da 25 giocatori”

Il c.t. della Nazionale a Coverciano ha regalato grandi parole d’elogio ai giovani Pisilli e Daniel Maldini e ha parlato anche dei tanti infortuni. Secondo Spalletti quei problemi non sono prodotti dalle tante partite.
A cura di Alessio Morra
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Tornano le nazionali e torna anche l'Italia, che dopo le gare di settembre vinte contro Francia e Israele, affronterà Belgio e Israele, e se vincerà entrambe le partite potrebbe essere già ai quarti della Nations League 2024-2025. Spalletti è carico, motivato, ha confermato in buona parte tutti, ha aggiunto quattro esordienti e da Coverciano ha toccato molti argomenti: ha parlato anche dei tanti infortuni e delle esclusioni di Chiesa e Zaccagni.

Spalletti sostiene che non si gioca troppo

Il c.t. dell'Italia ha parlato anche dei tantissimi infortuni che stanno colpendo una sfilza di calciatori di club e leghe diverse. L'ultimo dell'elenco è Duvan Zapata. In molti sostengono che si gioca troppo, altri danno la colpa non tanto alle molte partite, ma ai ritmi sempre più intensi del calcio moderno. Spalletti va controcorrente e ritiene che non si gioca troppo: "Bisogna fare una diversificazione, ci sono squadre che non sono attrezzate e non hanno 25 giocatori come altre. Ci sono però squadre che hanno a disposizione 25 giocatori e il discorso va sempre lì".

E andando nel dettaglio ha detto: "Squadre come Inter, Juventus o Milan hanno calciatori a disposizione per giocare più partite, poi il livello di qualità a volte è al di sotto ma qui la fa la fisicità delle squadre, il modo di interpretare le partite. Un po' tutti ormai sanno fare questo uomo contro uomo: a volte si va forte a prendere l'avversario alto, a volte si concede campo. Ciò che non va mai fatto è essere lunghi come squadra. Per me non si gioca troppo, per me bisogna essere attrezzati per giocare molto. Bisogna far giocare anche chi è dietro, far crescere tutti. Però quando non si fa risultato si dice che è colpa delle scelte, delle riserve, non si favorisce questa crescita".

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Daniel Maldini elogiato da Spalletti

"font-size: 16px;">Sono quattro gli esordienti nell'Italia: Di Gregorio, Gabbia, Maldini e Pisilli, e il c.t. ha parlato soprattutto degli ultimi due, per ovvi motivi. Elogi enormi per Maldini, che segue le orme del papà e del nonno: "Io a disposizione ho solo i colpi di Daniel e lui ha tante qualità, è un po' il giocatore che ci manca. Ha la giocata bella incantevole e poi regge botta nei contrasti, sa metterti il naso davanti e poi diventa difficile riprenderlo. Sa giocare benissimo con le spalle alla difesa avversaria: a volte si assenta dal gioco ma io vedendolo giocare con continuità ho trovato una crescita importante. Vediamo che effetto gli fa essere qui questa settimana. Lo stimolerà a essere più continuo perché a volte esce dal gioco, ci parlo volentieri perché mi sembra abbia possibilità importanti".

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Le dritte di De Rossi sul giovane Pisilli

Poi è stata la volta di Pisilli, del giovane centrocampista giallorosso ha avuto modo di parlarne con De Rossi, ex allenatore della Roma e giocatore di Spalletti in passato: "Pisilli a vederlo mi sembra proprio un bel centrocampista, sa fare entrambe le fasi. Penso che anche lui meritasse di venire qui con noi e ora ci renderemo conto. Mi diceva De Rossi che nelle partitine è uno che fa sempre gol, arriva sempre. Ha frequenza, ha energia, è uno che sa fare un po' tutto, può far parte della nostra nuova storia". 

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Il futuro con la Nazionale di Chiesa e Zaccagni

Nell'elenco dei convocati mancano Chiesa e Zaccagni, Spalletti ha parlato di entrambi. Il tecnico non ha chiuso le porte in modo totale a loro, ma ha fatto capire che entrambi (così come Zaniolo) devono capire come muoversi nel suo 3-5-2: "Zaccagni ieri ha fatto un gol da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha spesso giocato in quel ruolo lì e io lo vedo in quel ruolo. C'è bisogno che capiscano determinate cose, ma secondo me lo possono fare. Zaniolo con Gasperini fa la seconda punta ed è dentro il campo. Basta vedere che hanno piacere a stare dentro, non hanno il timore di sentire il fiato del difensore dietro il collo. Perché quando giochi esterno è diverso, hai una prospettiva diversa e ti rendi sempre conto di ciò che sta per avvenire. Stare dentro qualche volta vuol dire perdere di vista il difensore e ci vuole qualche caratteristica in più. I giocatori citati lo sanno fare e a casa abbiamo lasciato diversi ipotetici convocati: Maldini e Pisilli li porto dentro nei 23 perché voglio vederli nella convinzione di poterli vedere in campo, far parte di una partita della Nazionale a poter fare la differenza".

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