Spalletti spiega perché ha deciso di lasciare il Napoli: “È un atto d’amore, ho dato tutto”
Il momento dell'addio ufficiale al Napoli sarà quello in cui la squadra celebrerà ufficialmente il terzo scudetto, quello vinto il 4 maggio che sarà festeggiato con tutti i crismi il 4 giugno. Luciano Spalletti non sarà più l'allenatore del Napoli. Nell'ultima conferenza della vigilia di una partita il tecnico toscano ha parlato come forse mai aveva fatto, ha parlato a cuore aperto e ha spiegato perché ha scelto di andare via: "Lasciare ora è un autentico atto d’amore. Ho speso tutto quello che avevo".
Il Napoli oltre ad averlo sulla pelle, perché se l'è tatuato sul braccio, ce l'ha avrà per sempre nel cuore: "Non voglio giocare contro il Napoli, non voglio mettermi una tuta diversa. L'ho detto a De Laurentiis. Poi a fine anno prossimo si rifarà l'inventario dei pensieri. Quest'anno esco dalla panchina, faccio una ventina di metri e guardo gli azzurri dalla tribuna".
E al Maradona prima o dopo ci ritornerà e sa bene che sarà accolto con tutti gli onori: "Mi piace pensare che anche tra dieci anni potrò tornare qui ed essere amico di tante persone".
Con il saluto a un passo c'è stato anche il tempo di fare un bilancio ed è stato chiesto a Spalletti quali sono stati il momento più bello e più brutto della sua avventura napoletana: "Il più bello naturalmente il triplice fischio di Udine (il Napoli pareggiando 1-1 ha vinto lo scudetto ndr.). La sconfitta di Empoli il momento più difficile".
Poi un messaggio ai suoi calciatori che avranno, ancora, la possibilità di togliersi soddisfazioni: "I ragazzi fino all’ultimo hanno messo entusiasmo e qualità negli allenamenti. Da queste cose si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro".
Infine parole sulla città: "Napoli non va immaginata, perché è molto di più dell’immaginazione, Napoli va vissuta! Probabilmente sono sempre stato un po’ napoletano".