Spalletti sbotta a fine intervista: “Ora mi devo difendere”. E spiega il motivo del disastro Italia
L'Italia è fuori dagli Europei. La nazionale guidata da Spalletti esce agli ottavi di finale, battuta per 2-0 dalla Svizzera, che ancora una volta manda gli Azzurri all'inferno. Una grande delusione. Perché la Nazionale non solo ha perso, ma non ha lottato, è stata una squadra senz'anima che quindi lascia a Berlino il titolo vinto tre anni fa a Wembley. Nel post-partita Spalletti ha parlato della scarsa brillantezza dei suoi calciatori. Ma ha altresì ricordato che ha avuto poco tempo per preparare la sua nazionale, essendo arrivato in azzurro appena nove mesi fa.
Spalletti si lamenta per la mancanza di ritmo dell'Italia
Una grande delusione per l'Italia e anche per Luciano Spalletti, che dopo la partita si è presentato ai microfoni della Rai e ha commentato l'incontro. Il c.t. si è rammaricato innanzitutto per il gol del raddoppio di Vargas a inizio ripresa: "Quel gol all'inizio del secondo tempo ci ha tagliato le gambe".
Spalletti si è lamentato soprattutto per il ritmo della sua squadra, quello che non hanno avuto i suoi giocatori: "Quello che ha fatto la differenza è il ritmo, noi avevamo un ritmo troppo inferiore a loro nel primo tempo, e al di là del ritmo di squadra, anche nelle individualità c'era un passo indifferente differente. Il ritmo e la freschezza fanno la differenza, l'altra volta pensavo di dover cambiare più giocatori, stasera ho cambiato più giocatori e li ho fatti recuperare, in questo momento non siamo in grado di fare più di questo".
"La strada da fare è lunghissima"
Poi ha sferzato la sua squadra: "La strada da fare è lunghissima, ci vuole più ritmo, serve più gamba, al di là della qualità, ci vuole più continuità, più sacrificio, in diversi siamo stati poco continui, non abbiamo rosicchiato, non siamo andati a pressare, purtroppo non siamo arrivati con una condizione eccezionale, e fare tutto adesso viene difficile".
Poco dopo il c.t. si è presentato a Sky e ha ribadito il concetto sul ritmo di gioco e sul cambio di passo che non hanno avuto i suoi calciatori: "Nella partita precedente avevo detto che non li avevo fatti recuperare e non avevo portato freschezza nella squadra, questa sera l'ho fatto, ma la risposta è stata la stessa. Questa è stata un'esperienza dove si poteva fare di più, dal punto di vista di quanto abbiamo espresso oggi o con la Spagna. Se si trovano squadre che palleggiano bene noi dobbiamo palleggiare altrettanto bene, se il pallino ce l'hanno gli altri è difficile. Ci servono giocatori con determinate caratteristiche, che ci mancano".
Spalletti si difende e ricorda il percorso dei precedenti c.t.
Spalletti si è assunto le sue responsabilità, però ha anche voluto puntualizzare. L'ex allenatore di Napoli e Roma ha parlato del suo percorso e su Sky ha tenuto a ricordare di aver avuto meno tempo rispetto a tutti gli altri selezionatori che hanno guidato la Nazionale in una grande manifestazione.
Spalletti si è tolto un sassolino e ha fatto presente che il suo cammino è iniziato appena lo scorso settembre: "La responsabilità è mia, è dell'allenatore, perché le scelte le ho fatte io. Ma qualche difesa bisogna che me la faccia, se no diventa dura. Non ho avuto molto tempo per fare conoscenze, se si va a vedere gli allenatori precedenti quasi tutti hanno avuto almeno venti partite per fare delle conoscenze e delle prove. Secondo me qualche partita in più mi poteva aiutare. Se si va a vedere, siccome c’è un elenco, vi accorgerete che c’è una grande differenza tra quello che ho avuto a disposizione io e hanno avuto a disposizione gli altri per preparare il torneo. Poi la responsabilità è sempre la mia".