Spalletti e Sarri pronti al rientro a fine stagione ma molto dipenderà dal futuro di Pirlo
Con il crollo della Juventus contro il Benevento si è aperto il nuovo valzer delle panchine, tra ritorni, rimpasti e nuove suggestioni tutte le big – Inter e Milan escluse – stanno rivedendo i propri progetti in un effetto domino che quest'estate potrebbe portare ad una generale rivoluzione tecnica in Serie A. I cavalli di ritorno sono soprattutto tre: Allegri, Sarri e Spalletti. Sul triangolo verte il possibile nuovo futuro di Roma, Juventus, Napoli e Lazio.
La Juventus comanda i giochi. Se Agnelli, Paratici e Nedved, il triumvirato bianconero deciderà di cambiare in panchina, probabilmente l'effetto a catena si ripercuoterà lungo lo stivale del pallone. L'addio di Andrea Pirlo non è scontato, così come la sua riconferma: i sogni, le speranze, i presupposti dello scorso giugno oggi sembrano lontanissimi per poter dormire sogni tranquilli. I tifosi sono irrequieti, la squadra sembra spaccata tra una vecchia guardia che deve cedere il testimone ma dirige ancora lo spogliatoio in mancanza di forti personalità e il nuovo che avanza e che vorrebbe maggior considerazione.
Andrea Pirlo sta nel guado, per lui conteranno i risultati. Una vecchia legge del calcio che vale sempre, per tutti, come ha ricordato recentemente Max Allegri, il grande assente delle panchine italiane e internazionali che è tornato a far parlare di sè a tal punto che senza attendere fine stagione, tutti stanno analizzando dove tornerà a sedersi. Juventus? Roma? Napoli? Nazionale? Real Madrid? Ipotesi tutte valide, ma la certezza è una sola: Allegri tornerà, l'ha detto lui. Dove, lo sapremo fra qualche mese.
Insieme a Pirlo, altri suoi colleghi restano sulla graticola e a osservare ciò che avviene. C'è Gattuso a Napoli, dove il patto con lo spogliatoio che dovrà consegnare un accesso alla Champions non basterà probabilmente alla conferma sulla panchina partenopea. C'è Fonseca a Roma, che ha problemi di spogliatoio al di là della bontà di quanto ha fatto vedere finora tra risultati e rilancio di nuove proposte. C'è Simone Inzaghi che alla Lazio continua il suo percorso ma da qualche mese senza più scalare le classifiche di gradimento di tifosi e dirigenza.
Le uniche certe di un continuum, almeno sulla carta, sono le due milanesi con Conte e Pioli in sella: i nerazzurri non potranno certo valutare alternative davanti al ritorno del tricolore dopo 10 anni di purgatorio, i rossoneri se centreranno la Champions dovranno ringraziare soprattutto il lavoro oscuro del proprio tecnico che ha performato al di là di ogni più rosea aspettativa.
Ma perché tutto dipende da Pirlo? Perché la Juventus ‘comanda' i giochi essendo tra le più ambite panchine italiane e non solo. Partisse il Maestro – possibilmente su una piazza secondari per farsi ossa, esperienza e trovare il valore aggiunto – potrebbe tornare Allegri anche se l'ex di turno ha fatto intendere che non sarà la sua prima scelta. Dunque, occhi su Zidane che a Madrid potrebbe anche aver finito la propria avventura.
Impossibile il ritorno di Sarri, difficile l'avvento di Spalletti in bianconero: per loro le piazze calde sono altrove, come Roma e Napoli. Quest'ultime due hanno in seno il ribaltone estivo. De Laurentiis si sta tenendo Gattuso ma le alternative non mancheranno quando deciderà di salutare l'ex ‘Ringhio' Star. In prima fila c'è quel Fonseca che a Roma faticano ad apprezzare. Sulla piazza giallorossa potrebbe rientrare Maurizio Sarri, altro assente di lustro, il cui nome legato alla Lupa circola da tempo. Luciano Spalletti, terzo vertice del triangolo iniziale non dispiace al Napoli, piazza stimolante, così come all'altra sponda di Roma, quella laziale che potrebbe lasciare Simone Inzaghi a cercare nuove avventure.
Resterebbe ‘fuori' Pirlo, che non faticherebbe nel trovare una nuova panchina. Ma come sempre, anche questa volta, deciderà la Juventus.