Spalletti chiama un giornalista alle 2 di notte: “Mi ha chiesto scusa”. È intervenuto Gravina
La rabbia di Luciano Spalletti in conferenza stampa dopo il pareggio tra Italia e Croazia che ha dato agli azzurri la qualificazione in extremis agli ottavi degli Europei è durata un paio d'ore. Il tempo che il presidente federale Gabriele Gravina – in veste di mediatore – facesse capire al Ct della nazionale che la domanda postagli da un giornalista non aveva alcun intento denigratorio o sminuente del suo ruolo e dunque non meritava gli accenti così risentiti e adirati della sua risposta. E dunque alle 2 di notte è squillato il telefonino di Dario Ricci, inviato di Radio 24 in Germania: "Pronto Dario? Sono Luciano…", ha raccontato il giornalista stamattina sulle pagine de Il Sole 24 Ore, svelando anche il contenuto della telefonata: "Il Ct ha chiesto scusa per il tono e qualche parola scappata ben oltre la linea del fuorigioco".
La rabbia di Spalletti col giornalista: "Lei ha ancora 14 anni di pippe"
Tutto era nato quando ormai era quasi notte e Spalletti era intervenuto in conferenza stampa, con l'adrenalina ancora alta in circolo. Ricci aveva aperto così l'incontro con la stampa: "Intanto complimenti per qualificazione. Questa prestazione e anche la formazione iniziale sono sembrate, almeno a me, più il frutto di un patto forte tra la squadra e il suo allenatore, ancor più che scelte tattiche ben ponderate. Mi conferma questa impressione?".
Una domanda che aveva fatto subito inalberare Spalletti: "Non ho capito… mi traduca meglio patto", aveva risposto guardando fisso negli occhi il giornalista, che aveva chiarito la sua considerazione: "Mi è sembrata una formazione che ha ragionato anche molto dialogando coi giocatori". Lì il Ct era partito all'attacco: "Questo secondo me glielo hanno detto".
"No, non me lo ha detto nessuno, ci avevo pensato già due giorni fa", è stato il prosieguo dello scambio: "Quanti anni ha lei? 51? Ha ancora 14 anni di pippe prima di arrivare a 65, io ne ho 65… Questo glielo hanno detto, io parlo con i giocatori, io devo sapere ascoltare con le loro orecchie e vedere con i loro occhi. Per cui ci parlo e qual è il problema? Patto cosa? Lei non l'ha interpretato, glielo hanno detto! E fa bene a ridirlo, però non si prenda delle licenze che non sono sue. Sono debolezze di chi racconta le cose, uno dell'ambiente interno che racconta le cose fuori è uno che fa male alla nazionale".
E più il giornalista continuava a dire "onestamente non me lo ha detto nessuno", più Spalletti insisteva nel non credergli: "Ed io onestamente sono sicuro di questo. Però io ci parlo sempre con i calciatori, prima di tutte le partite. Che vuol dire?". Toni eccessivamente aspri, con la frase sulle "pippe" decisamente oltre, pur con tutta la trance agonistica ancora presente.
Spalletti telefona nella notte a Ricci dopo l'intervento di Gravina: "Scuse accolte"
La sorte ha voluto che al fianco di Ricci fosse seduto Gravina ed il resto della vicenda lo ha raccontato oggi il giornalista chiudendo la questione in maniera definitiva: "Il presidente della Federcalcio in questo piccolo e infine pure simpatico melodramma calcistico è stato il Grande Mediatore, confrontandosi con il giornalista e aiutando così il Ct a meglio interpretarne (seppur, per ovvie ragioni, a posteriori) parole e intenzioni".
"Da qui, appunto, si è arrivati a quello squillo e a quel breve e cordiale colloquio telefonico nel cuore della notte: qualche minuto in cui il Ct ha chiesto scusa per il tono e qualche parola scappata ben oltre la linea del fuorigioco. Scuse accolte ma neppure necessarie, dal punto di vista del cronista, che ben aveva inteso il senso della risposta, permeata di passione per il gruppo azzurro e per il proprio lavoro (come del resto dimostrato dall'intera conferenza stampa, durata quasi mezz'ora)", ha concluso l'inviato.