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Spalletti censura l’atteggiamento di Inzaghi con gli ultras: “Rispondo a tutti ma so riattaccare”

Il ct della Nazionale risponde ad alcune domande sull’inchiesta della Procura di Milano, agli atti anche intercettazioni tra uno dei capi ultras arrestati e l’attuale allenatore dell’Inter: “Se uno ti chiama e non lo conosci, fai fatica a scambiarci due parole”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Io rispondo a tutti, anche ai numeri che non conosco. Però, poi so riattaccare". Luciano Spalletti ha risposto così a una domanda postagli durante l'intervista al Tg1. Nocciolo della questione: l'inchiesta sulla promiscuità dei traffici e dei rapporti indiscriminati degli ultras di Milan e Inter. La frase pronunciata dal commissario tecnico è stata interpretata come una censura dell'atteggiamento del tecnico dei nerazzurri, Simone Inzaghi.

"Non mi è mai capitato che qualcuno mi chiamasse – ha aggiunto il selezionatore – per queste cose, per me questa è una novità. Ma non so quali siano stati i rapporti precedenti", salvo lasciarsi andare a un commento ulteriore con il quale ha rimarcato una distanza netta rispetto alle situazioni prefigurate nell'inchiesta condotta dalla Procura di Milano.

La riflessione di Spalletti sui colloqui finiti agli atti

E ha portato come esempio la sua esperienza triennale in quell'ambiente quando, dal 2017 al 2019, è stato sulla panchina dell'Inter. "Se uno ti chiama e non lo conosci, fai fatica a scambiarci due parole". Il riferimento è alla telefonata finita agli atti del dossier nelle mani degli inquirenti: ovvero, la telefonata tra l'attuale allenatore dei nerazzurri e Marco Ferdico, uno dei capi degli ultras arrestati che avrebbe esercitato pressioni sul tecnico per ottenere un numero maggiore di biglietti. Quali? Quelli della finale di Champions League del 2023 contro il Manchester City, giocata e vinta (1-0, gol di Rodri) dagli inglesi a Istanbul.

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Per quanto emerso dalle intercettazioni, Inzaghi è stato ascoltato dagli inquirenti quale persona informata sui fatti: nel colloquio coi magistrati ha negato di aver ricevuto minacce né di essersi sentito intimidito, definendo solo "richieste" i presunti favori caldeggiati, e spiegato che la natura di quei contatti rientrava nel solco di un semplice e normale dialogo tra squadra e tifosi.

L’inchiesta della Procura e la telefonata tra Inzaghi e Ferdico

L'inchiesta ha portato a un giro di vite tra le Curve di Inter e Milan: sono 19 le persone arrestate. Il nome del tecnico nerazzurro era emerso (tra le carte c'è anche quello di Javier Zanetti) in una intercettazione (26 maggio 2023) con Marco Ferdico che chiedeva all'allenatore di mettere una buona parola presso il presidente, Giuseppe Marotta, così da avere a disposizione più ticket per la finalissima di Coppa. La risposta di Inzaghi sarebbe stata interlocutoria: avrebbe provato a intercedere con i vertici societari. "Rappresentai alla società, alla dirigenza, ma non ricordo a chi, la richiesta di Ferdico", poi spedì un messaggio al leader dei tifosi facendogli sapere che aveva fatto "quello che dovevo fare".

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