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Spalletti attacca: “Nazionali devastano i club”. Mourinho tranquillo: “Situazione simile per tutti”

Alla vigilia dei rispettivi match che vedranno impegnati Napoli e Roma domenica contro Fiorentina ed Empoli, Luciano Spalletti e José Mourinho sono stati interpellati sul problema dei giocatori da concedere alle Nazionali, con conseguenze spesso pesanti per i club. Sul tema la pensano diversamente.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il Napoli domenica va a Firenze per cercare di conservare il primato solitario in classifica, ma in casa partenopea già si guarda a gennaio, quando la formazione azzurra perderà per la Coppa d'Africa la spina dorsale della squadra, ovvero Koulibaly, Anguissa e Osimhen. Nella conferenza di vigilia, Luciano Spalletti ci è andato giù duro sulla questione, attaccando il calendario FIFA che consente una situazione del genere: "Se è regolare una cosa così? Sono d'accordo sulla problematica, ma c'è già una partita aperta di De Laurentiis e sono al suo fianco. Io non spendo soldi, lui sì, ed ha ragione quando dice che le Nazionali devastano le potenzialità dei club".

Una presa di posizione che va dunque a braccetto con le ripetute esternazioni sull'argomento da parte del presidente del Napoli, che ha più volte battuto il tasto anche sull'incongruità di perdere spesso giocatori per infortunio proprio a causa delle Nazionali, mentre sono i club a tenerli a libro paga. Sul tema è stato interpellato poco dopo anche José Mourinho, cui hanno riferito le parole di Spalletti.

"Non voglio commentare le parole del mio amico, non sono qui per commentare le sue opinioni – ha spiegato il tecnico della Roma, impegnata a sua volta domani all'Olimpico contro l'Empoli – Gli interessi del club per noi sono più importanti, dall'altra parte per le Nazionali è lo stesso. Certe cose sono migliorabili ma il calcio senza Nazionali, senza la passione e quello che rappresentano per ogni Paese, non funziona. Quello che posso dire è che in Sudamerica non capisco perché si giochi di giovedì sera, quando qui è venerdì mattina, pensavo che questa storia fosse finita… E un'altra cosa che non mi piace è chiamare 35 giocatori e non farli allenare tutti con la stessa intensità. Sarebbe preferibile lasciarli ai club, sono piccoli dettagli che si potrebbero migliorare. Ma tutto il resto non è per me. Tanti club hanno situazioni simili alla nostra, pensate alla Juventus (contro cui la Roma giocherà subito dopo la sosta, ndr). Avremo Vina, Bentancur e Cuadrado che giocheranno giovedì. Sono cose che non si guardano o non si vogliono guardare…".

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