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Spalletti aleggia nello spogliatoio del Napoli: la frase urlata da Edo De Laurentiis alla squadra

A pochi istanti dall’ingresso in campo per il secondo tempo, il vice-presidente degli azzurri incoraggia i calciatori utilizzando un motto iconico dell’ex allenatore.
A cura di Maurizio De Santis
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Il vice presidente del Napoli, Edo De Laurentiis, accanto ai calciatori all'ingresso in campo nella ripresa.
Il vice presidente del Napoli, Edo De Laurentiis, accanto ai calciatori all'ingresso in campo nella ripresa.

Napoli e Fiorentina hanno terminato il primo tempo sull'1-1. Al gol beffa di Brekalo, subito da Meret sotto le gambe e sul proprio palo, ha riposto la rete segnata da Osimhen su rigore. L'attaccante ha procurato il rigore, se n'è presa la responsabilità, l'ha segnato e poi ha esultato.

Chi si attendeva che nella ripresa la squadra di Garcia avrebbe (finalmente) preso di petto la Viola è rimasto deluso. Anzi, è tornata a casa con la coda tra le gambe e un carico di bile da smaltire per la sconfitta (1-3), la prestazione, il (non) gioco, la profonda amarezza per un risultato che alimenta venti di crisi, il sospetto che da un momento all'altro la panchina possa saltare con l'esonero, la certezza (dopo l'ennesimo gestaccio verso il tecnico, questa volta di Politano) che tra il gruppo di calciatori e l'allenatore ci sia una sorta di tregua armata, la consapevolezza che c'è un patrimonio (quello dello Scudetto) che sta per essere dissipato nel peggiore dei modi.

Il vice presidente del Napoli nei pressi di Kvara, Ositgard, Di Lorenzo e Zielinski.
Il vice presidente del Napoli nei pressi di Kvara, Ositgard, Di Lorenzo e Zielinski.

Ci si aggrappa a tutto, ad antiche (nemmeno tanto) certezze per tenere la barra a dritta e superare i marosi. E allora capita che il vice presidente del Napoli, Edoardo De Laurentiis (figlio del patron), venga colto dall'occhio indiscreto delle telecamere a pochi istanti dall'ingresso in campo delle squadre per il secondo tempo.

È lì, nel corridoio. Attende che le fila si ricompongano. Guarda gli azzurri che arrivano alla spicciolata e si mettono in riga, alle spalle del direttore di gara. Sono attimi particolari, di grande tensione emotiva perché in ballo c'è molto di più oltre ai 3 punti che possono creare una prima linea di demarcazione nella parte alta della classifica.

I calciatori arrivano alla spicciolata per mettersi in fila alle spalle dell'arbitro: c'è Natan accanto a De Laurentiis jr.
I calciatori arrivano alla spicciolata per mettersi in fila alle spalle dell'arbitro: c'è Natan accanto a De Laurentiis jr.

De Laurentiis junior prova a caricare il gruppo utilizzando uno slogan molto efficace, una frase divenuta iconica che apparteneva a Luciano Spalletti. "Uomini forti, destini forti", è il vecchio adagio che ha accompagnato l'ex tecnico anche nella sua avventura biennale alla guida dei partenopei, culminata con la conquista storica del terzo titolo della storia, il primo oltre 30 anni dopo Maradona.

L'incoraggiamento di Edo De Laurentiis verso il capitano, Di Lorenzo.
L'incoraggiamento di Edo De Laurentiis verso il capitano, Di Lorenzo.

"Uomini forti, destini forti", ripete il vice presidente, quasi a voler risvegliare nella coscienza e nell'animo dei calciatori quella ‘garra', quella fiducia, quegli stimoli che appena fino a pochi mesi fa erano alla base del Napoli che aveva un'identità tattica precisa e una forza di collettivo tale da ammazzare il campionato e incantare anche in Europa.

Uomini forti, destini forti. Il ricorso a quel motto sembra quasi un esonero ideale che s'è già consumato dietro le quinte all'insegna di una azzurra celeste nostalgia. "Dai, dai…" dice ancora al capitano, Di Lorenzo, mentre sale lungo le scale accanto a lui. Tutto svanito e tra le dita resta sfumata la seconda parte di quell'adagio: uomini deboli, destini deboli. D'accordo fa male, ciao, ma tu… Dentro di me non muori più. E a Garcia, che s'è preso la responsabilità per il tonfo, devono aver fischiato le orecchie.

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