Spalletti al giornalista albanese: “Lei è uguale a loro”. Poi gli spiega la sua Italia
Buona la prima per l'Italia agli Europei di calcio iniziati in Germania: la nazionale azzurra ha battuto l'Albania 2-1 in un match ben condotto da Barella e compagni più di quanto dica il risultato finale. Possesso palla e aggressione alta per riconquistarla, ottimi spunti individuali ma più ancora la sensazione nitida di trovarsi di fronte ad una squadra più che a una selezione, il che rende ancora più mirabile il lavoro di Luciano Spalletti, Ct da meno di un anno che sembra aver trasfuso nell'Italia il bello e l'utile del suo Napoli scudettato. Perché bellezza e risultato per Spalletti sono inscindibili, come spiega chiaramente nella conferenza post Albania.
Spalletti al giornalista: "Lei è uguale a chi mi dice che l'importante è vincere"
Lo spunto gli arriva da una domanda di un giornalista albanese: "Mister, anche se è presto, quest'Italia può vincere gli Europei?". Da qui il 65enne tecnico di Certaldo parte svelando cosa gli chiedono i dirigenti della nazionale azzurra e come lui non sia d'accordo con loro: "Lei è un po' come tutti quelli che io ho trovato da quando ho cominciato a fare l'allenatore, lei è uguale. Tutti mi dicono la stessa cosa, anche i miei dirigenti di adesso: ‘Mister, l'importante è vincere'. Eh, lo sanno tutti che l'importante è vincere. E lo sanno dire tutti", dice con una risata sarcastica Spalletti.
"Da quando ho cominciato ad allenare i bambini, ‘l'importante è vincere'. No, l'importante è giocare bene – attacca il Ct azzurro – Perché, se io sono l'allenatore della nazionale è perché le mie squadre… o noi, per poter ambire a fare quello che lei dice, abbiamo una strada sola, quella del gioco. Perché bisogna giocare a calcio, sennò ci sono squadre di livello superiore. Se tu vai a giocare con le stesse cose che hanno squadre di livello superiore, loro vincono perché sanno far tutto".
Spalletti indica la strada: "A noi ci salva solo il gioco ed essere squadra"
"Noi siamo anche meno strutturati fisicamente, per cui c'è da trovare delle soluzioni diverse per andare a mettere a posto questo gap che c'è con delle squadre, lo sanno tutti. E a noi ci salva solo il gioco ed essere squadra, perché sennò non riusciamo ad essere del livello del calcio europeo se non facciamo dei passi in avanti sotto l'aspetto del gioco. Poi è chiaro che dopo aver giocato, bisogna anche essere cattivi, bisogna anche essere fisici, bisogna anche essere di quelli che vanno a sbattere in lungo e in largo. Però questa è la strada corretta per poter sognare qualcosa come lei ci ha domandato…", conclude Spalletti.