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Spagna-Svezia di Nations League femminile a rischio: “Pronte al boicottaggio per solidarietà”

Venerdì 22 settembre in Svezia ci sarebbe il debutto della Spagna da campione del Mondo. Ma è in forte dubbio se continuerà la linea dure delle giocatrici iberiche dopo lo ‘scandalo Rubiales’. Hanno già ottenuto l’appoggio incondizionato delle loro avversarie.
A cura di Alessio Pediglieri
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Jennifer Hermoso tra le compagne e amiche Alexia Putellas e Irene Paredes, tra le prime a sostenerla
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Venerdì 22 settembre alle 18:30 al Gamla Ullevi di Göteborg è in programma Svezia-Spagna, match valido per il Gruppo A della Nations League femminile. Ma la gara potrebbe anche non disputarsi se la situazione attorno alle campionesse del mondo in carica non dovesse risolversi in modo adeguato. La conferma è arrivata da Filippa Angeldahl, centrocampista nazionale svedese.

La situazione attorno alla nazionale femminile spagnola, fresca vincitrice dell'ultima Coppa del Mondo che, tuttavia, è stata offuscata dal "caso Rubiales" salito all'onore delle cronache per quanto avvenuto sul palco della premiazione e immortalato da telecamere e fotografi a livello mondiale. Uno scandalo che è dilagato di giorno in giorno, portando alle dimissioni dell'oramai ex presidente federale e che ha allargato la discussione all'intero movimento sportivo iberico. Fino all'ultimo, estremo quanto eclatante, colpo di scena da parte di diverse giocatrici facente parte delle Furie Rosse: l'emissione di un comunicato unico nel suo genere, firmato da ben 39 calciatrici, che pretende immediati e radicali cambiamenti.

Al momento, in Spagna regna la massima confusione, che va ben oltre l'onorare lo storico titolo appena conquistato, passato sotto traccia a fronte di una situazione esplosiva e che sta ridondando in tutta Europa a sostegno delle scelte delle calciatrici. Mentre si sta cercando di capire chi accetterà la convocazione – e in che modo – dalla Svezia arriva l'ennesimo sostegno di solidarietà alle colleghe da parte delle nazionali scandinave. A fare da portavoce, Filippa Angeldahl centrocampista svedese del Manchester City che ha confermato anche il possibile estremo atto: "Vogliamo che sentano il pieno sostegno e che gli altri Paesi le sostengano in ogni decisione che prenderanno. Se pensano di dover boicottare la partita perché accada qualcosa, noi le sosteniamo in tutto".

Angeldahl si è fatta portavoce del malcontento diffuso all'interno del movimento calcistico femminile a livello internazionale, che ha deciso per la tolleranza zero: "Non penso che ci sia  qualcuno che voglia farlo ma è evidente che in Nazionale non sia stato fatto abbastanza. Penso che ci voglia molto a livello mentale per fare ciò che stanno facendo, visto che ci vuole molto per dire no a una convocazione in Nazionale". A farle da eco, l'allenatore svedese Peter Gerhardsson che ha fatto la propria valutazione con estrema serenità: "La gara si può anche non giocare, vedremo, ma al momento non è una cosa che influisce su ciò che andremo a fare. Certo, preferirei saperlo ma non lo ritengo basilare, ci sono cose più importanti".

Le giocatrici della Roja, dunque, potrebbero rifiutarsi di scendere in campo venerdì prossimo, sostenute dalle colleghe svedesi. Intanto al raduno di martedì chi non si presenterà alla convocazione fatta da parte di Montse Tomé rischia di incorrere in pesantissime sanzioni disciplinari. Il regolamento in vigore stabilisce nel suo articolo 23 che tra i doveri dei tesserati c'è quello di "presenziare alle chiamate delle squadre sportive quando sono debitamente convocate, nei termini e alle condizioni stabilite dal regolamento". Non farlo comporta una multa compresa tra 3.000 e 30.000 euro ma soprattutto la sospensione della licenza federale per un periodo compreso tra due e quindici anni.

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