Spagna, il governo frena sulla riapertura degli stadi: “Non è affatto consigliabile”
Mentre in Italia c'è un piano per portare una piccola parte di tifosi allo stadio, in occasione delle ultime partite di questo travagliato campionato, in Spagna il governo spagnolo ha frenato sull'ipotesi di riaprire gli stadi per l'inizio della prossima stagione. Nonostante il lavoro della federcalcio, che ha anche lei pensato all'eventualità di ridurre la capienza e consentire al 30% dei tifosi di assistere alle partite, il ministro della salute si è infatti mostrato pessimista davanti a questa ipotesi.
"Ad essere onesti non è una cosa che vedo, considerata la realtà in cui ci troviamo – ha spiegato Santiago Illa in un'intervista concessa all'emittente radiofonica Cadena Ser – Abbiamo visto l'emergere di alcuni focolai e, sebbene fortunatamente siamo stati in grado di controllarli, non vedo ancora l'ipotesi di un ritorno dei tifosi".
Le linee guida per i tifosi
Dopo la ripresa a porte chiuse della Liga lo scorso 11 giugno, e in vista del calcio d'inizio della nuova stagione (in programma per il 12 settembre prossimo), il ministro ha dunque gelato l'entusiasmo degli addetti ai lavori e degli stessi appassionati: "Ci prenderemo il nostro tempo e forniremo informazioni in modo che il dipartimento governativo dello Sport possa prendere la decisione quando necessario. Dobbiamo intervenire attentamente. Concentrare un gran numero di persone in questo momento non è affatto consigliabile".
Il ‘vademecum' contenente le linee guida da rispettare, in caso di riapertura degli stadi, è intanto praticamente già pronto. Nel documento di 16 pagine sono infatti inclusi i dettagli più importanti per vivere l'emozione di una partita in tutta sicurezza. Qualora i tifosi spagnoli dovessero tornare parzialmente a tifare per la loro squadra del cuore, dovrebbero quindi rispettare poche ma necessarie regole: controllo della temperatura all’ingresso, mascherine obbligatorie e niente abbracci o contatti in caso di gol.