Solo un calciatore non ha bevuto alcol nella festa del Manchester City: è astemio per scelta
Jack Grealish ha catalizzato l'attenzione dei media e dei tifosi per la sua esultanza alcolica e le celebrazioni sfrenate a corredo della conquista della Champions e del treble, il filotto di successi che si completa con FA Cup e titolo in Premier League. Dallo spogliatoio fino alla sfilata sul bus scoperto, sotto la pioggia, passando per la mega festa in albergo a Istanbul: il fiume di euforia e bicchieri riempiti/svuotati in un battito di ciglia ha accompagnato le celebrazioni della squadra di Pep Guardiola.
Chi più, chi meno… tutti hanno fatto un sorso preferendo le bollicine dello champagne alla vodka (e viceversa) oppure brindando con altri liquori per palati fini che pochi possono permettersi. In un momento di gioia assoluta, di grande rilassatezza ed esaltazione collettiva, dopo un lungo periodo di stress, anche lasciarsi andare fa parte del gioco.
E se l'ex attaccante dell'Aston Villa lo ha fatto in maniera sfrontata (i tabloid hanno criticato con sfumature differenti il suo stato d'ebbrezza) e così smodata (Walker lo ha sorretto più volte, fino a portarlo a braccia), al punto che i tifosi si sono chiesti come arriverà in nazionale, tra i compagni di squadra c'è stato chi s'è divertito senza toccare nemmeno una goccia di birra.
Chi è? Si tratta del difensore centrale, Nathan Aké, che in mezzo a tutto quel caos è riuscito a restare lucido. Niente strappi alla regola, né abusi o eccessi di altro tipo. Felicità genuina e testa sulle spalle: s'è goduto così quei momenti di gloria arrivati dopo essere riuscito a conquistare la fiducia del tecnico catalano. E adesso è tra le fila dell'Olanda pronto anche per la Nations League.
Nelle sue abitudini – come confessato anche in un'intervista recente – è molto rigoroso, l'ex Chelsea ne fa una questione personale, di salute e di professionalità. A SPORTbible rivelò di aver bevuto fino a ubriacarsi solo una volta nella vita, in occasione del matrimonio a Maiorca. Prima di allora non s'era concesso nemmeno il più classico cicchetto. "Non bevo e non ho mai bevuto – ha spiegato parlando a The Guardian -. Molte persone mi chiedono perché. Voglio solo concentrarmi bene su quello che faccio in campo".
Aké è l'altra faccia della medaglia delle celebrazioni del City: si può essere allegri e vivaci anche senza alzare il gomito. Ma tenersi lontano dalle bevande alcoliche, dalle uscite notturne e dai rientri all'alba, è una delle regole che s'è dato a livello sportivo e professionale. "Ho spesso sentito storie del tipo ‘stavo uscendo troppo' oppure ‘stavo bevendo, andando in discoteca e mi sono infortunato'. E altre scuse del genere. Ma ho sempre voluto essere un calciatore professionista e raggiungere il livello più alto possibile".