Sla, la “malattia dei calciatori”: dopo Borgonovo e Signorini si è portata via Anastasi
La Sclerosi laterale amiotrofica si è portata via anche Pietro Anastasi. Per lo storico attaccante della Juventus e della Nazionale, scomparso venerdì sera a 71 anni, si era parlato di un tumore all'intestino ma combatteva la sua battaglia contro la malattia neurodegenerativa da tre anni e ha chiesto la sedazione assistita per andarsene serenamente. Detta anche morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore di baseball americano che per primo ne soffrì, tra gli anni Trenta e Quaranta, la Sla ha mietuto l'ennesima vittima tra gli sportivi ed è una malattia difficile da affrontare a causa delle sue conseguenze: si perde progressivamente il controllo del proprio corpo e si arriva addirittura a non poter deglutire, parlare o anche solo respirare senza l'aiuto delle macchine.
Secondo uno studio condotto dall’Istituto Mario Negri di Milano, divulgato negli Stati Uniti dall’American Academy of Neurology, i calciatori si ammalerebbero di più e temporalmente molto prima delle altre categorie professionali. Questa ricerca ha dimostrato che chi gioca a pallone ha il doppio delle possibilità di ammalarsi di Sla e il rischio che aumenta di sei volte per coloro che hanno il "privilegio" di farlo in Serie A. Il ruolo in campo più colpito dalla Sla sembra essere quello dei centrocampisti (14), oltre il doppio degli attaccanti (6), poi i difensori 9 e sono 3 i casi di portieri scomparsi con questa terribile malattia.
Borgonovo, Signorini e le vittime di Sla
Nel dicembre 2018 lo stesso Anastasi aveva parlato genericamente di "tumore" ma quello che aveva anticipato ieri La Gazzetta dello Sport è stato confermato poi in serata il figlio del centravanti catanese: a sfibrare i muscoli dell'ex Juventus e Inter è stata proprio la Sclerosi laterale amiotrofica. Stefano Borgonovo l'aveva ribattezzata la "stronza" e l'ex giocatore della Fiorentina era stato il primo a confessare la sua malattia, la stessa che prima di lui aveva condannato a morte diversi altri suoi colleghi.
Lo stesso terribile male si è portato via l'ex capitano del Genoa, Gianluca Signorini, che di fronte ai suoi tifosi, che avevano riempito lo stadio di Genova per fargli sentire la loro vicinanza, disse: "Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso".
Tanti ex calciatori si sono dovuti arrendere alla "stronza": da Armando Segato a Ernst Ocwirk, da Guido Vincenzi a Fulvio "Fuffo" Bernardini, sono solo alcuni nomi di una lista che è in continuo aggiornamento. A provocare la malattia possono essere alcune concause: si va dalla predisposizione genetica ai traumi alle gambe e al capo passando per eccessi di fatica e abuso di medicinali fino ai pesticidi e ai diserbanti utilizzati in passato per la manutenzione dell'erba dei campi degli stadi. La connessione tra Sla, pesticidi e diserbanti venne confermata dal dottor Adriano Chiò, uno dei massimi studiosi italiani del morbo, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Nel nostro Paese la comunità più colpita è quella dei calciatori: a seguire gli agricoltori, attaccati il doppio rispetto alla media".
La Scleorsi laterale amiotrofica è considerata, come scrive L'Avvenire, il "Morbo del pallone" e secondo le statistiche, dal 1960 a oggi sono quasi 50 gli ex calciatori morti a causa di questa malattia. Nulla ancora si può fare per prevenire o curare la malattia: in quasi mezzo secolo di ricerca non ci sono risposte per la Sla che in Italia riguarda ben 6mila persone.