video suggerito
video suggerito

Sinisa Mihajlovic: “Mi sento più forte di prima, il peggio è passato”

Durante la presentazione dell’iniziativa dell’AIL, ‘Con Sinisa per la ricerca’, il tecnico del Bologna ha confermato di essere in buone condizioni: “Sono quasi a 7 mesi dal trapianto. Il peggio dovrebbe essere passato, ma ci vuole un anno prima che si torni alla normalità e dipende da persona a persona”.
A cura di Alberto Pucci
230 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo la lunga sosta per l'emergenza Coronavirus, il Bologna è tornato a Casteldebole per preparare il big match di lunedì 22 giugno contro la Juventus di Cristiano Ronaldo. In attesa di capire quali saranno le scelte di formazione, Sinisa Mihajlovic ha parlato a margine dell'iniziativa promossa dall'Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma,  a favore dei ricercatori dell’Istituto di ematologia Seragnoli del Sant’Orsola.

Il tecnico del Bologna ha voluto infatti rassicurare tutti sulla sua condizione fisica. "Io sto bene, mi sento forte. Sono quasi a 7 mesi dal trapianto. Il peggio dovrebbe essere passato, ma ci vuole un anno prima che si torni alla normalità e dipende da persona a persona. Il prossimo controllo è a settembre, poi a dicembre e piano piano entriamo nella normalità. Anche nelle cose che faccio mi sento più forte di prima, forse perché ho preso un midollo giovane", ha scherzato il mister rossoblù.

Immagine

L'obiettivo dell'AIL e il cuore di Mihajlovic

La campagna dell'AIL, ribattezzata ‘Con Sinisa per la ricerca', ha l'obiettivo di raccogliere finanziamenti da devolvere ai ricercatori dopo la pandemia da Coronavirus: emergenza che non ha permesso all'associazione di continuare nel suo lavoro e aiutare i circa 30 ricercatori che ogni anno beneficiano di questi fondi. "Sono felice di essere l’uomo immagine dell’AIL – ha aggiunto l'allenatore dei felsineiÈ un riconoscimento importante che riempie il mio cuore di gioia. Ringrazio tutti i medici, gli infermieri e coloro che mi hanno sostenuto".

"Quando i dottori mi comunicarono la mia malattia non sapevo molto. Grazie alla ricerca che è stata fatta in questi anni e che ha reso curabili malattie che prima non lo erano. La testa è fondamentale in questa lotta. La ricerca è fondamentale così come lo è donare. Non c’è nessuna soddisfazione più grande che donare il midollo per salvare una vita umana.  E’ un piccolo sacrificio per chi lo fa, ma è un grande dono per chi lo riceve".

230 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views