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Simy a Fanpage: “Crotone è casa mia, il mio futuro lo deciderò anche con la società”

Intervista esclusiva a Simy, centravanti del Crotone tra le rivelazioni di questa Serie A, con 20 gol realizzati che gli hanno consentito di battere record e avvicinarne altri. Tra i vari, quello di calciatore africano più prolifico nella storia del campionato italiano. Sulle orme di Eto’o: “Non scherziamo, lui è un idolo. E c’è Osimhen destinato ad una carriera eccezionale”.
A cura di Sergio Stanco
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Simeon Tochukwu Nwankwo è il sogno di ogni fantallenatore. O, l’incubo, dipende dai punti di vista. Che, poi, chiamato così, forse qualcuno neanche lo riconosce. Parliamo di Simy, 29enne bomber nigeriano del Crotone, ma anche tra i più prolifici d’Europa, che ad un certo punto si è messo a segnare più di gente come Lewandowski, Cristiano Ronaldo, Messi, Benzema, Suarez e chi più ne ha più ne metta. Ed è in quel momento che lo “sconosciuto” attaccante nigeriano ha cominciato a guadagnarsi le copertine dei giornali di tutto il mondo. Una sorta di favola moderna del brutto anatroccolo che diventa cigno applicata al calcio, perché non si può certamente pretendere che un monumento di quasi due metri sia anche agile.

Agli allenatori (e fantallenatori) basta che la metta dentro. E Simy, quest’anno, s’è specializzato in questo: con quello al Benevento sono venti i gol segnati, esattamente la stessa cifra dello scorso campionato. Ma in quel caso si parlava di Serie B, mentre quest’anno il record è arrivato in Serie A. E, per inciso, manca ancora una partita da giocare, quella di sabato prossimo contro la Fiorentina. Record che, appunto, sono addirittura migliorabili: miglior marcatore della storia del Crotone, il calciatore nigeriano che ha segnato di più in una singola stagione (superato Oba Oba Martins), il secondo giocatore africano a segnare almeno 20 gol in stagione (come Samuel Eto’o). Nomi e record che ricorreranno in questa bellissima chiacchierata che il bomber di Crotone (“di” e non “del” Crotone, e non è un errore…) ha concesso a Fanpage.it.

Se qualcuno ti avesse detto ad inizio stagione che avresti segnato 20 gol, cosa gli avresti risposto?
“Che ci avrei provato. Non è presunzione, ma io sono così, lotto per conquistarmi ogni cosa, non do nulla per scontato e non c’è nulla che non si possa raggiungere. La forza di volontà è tutto. Magari poi alla fine non ci riesco, ma lavoro ogni giorno per migliorarmi. Per cui avrei risposto, perché no? Vediamo cosa si può fare… (sorride, ndr)”.

Ad un certo punto sei stato l’attaccante più prolifico d’Europa, più di Ronaldo, Messi e tanti altri: che effetto ti ha fatto vederti accostato a certi nomi?
“È stato sicuramente bello ed emozionante, ma non mi ha cambiato la vita. Io sono un giocatore ed un uomo semplice, non sto a guardare queste cose. Cerco solo di mettermi a disposizione della squadra e aiutare i miei compagni. La verità è che non c’è soddisfazione personale, perché tutto questo purtroppo non è servito a salvare il mio Crotone. Questo è il mio rammarico più grande”.

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Con Crotone si è instaurato un rapporto speciale, forse per questo la delusione è ancora più grande.
“Crotone è casa mia, qui sto benissimo e ho trovato un ambiente ideale, un calore eccezionale e un effetto che ti entra dentro. Volevo regalare un’altra emozione a questa gente, purtroppo non ci siamo riusciti”.

Di Crotone sei addirittura cittadino onorario, anche se lo sei diventato per la nota vicenda relativa a offese razziste ricevute da te e la tua famiglia, che per altro si è tradotta in una bellissima favola a lieto fine, ma la storia d’amore quest’anno potrebbe realmente finire, perché treni così passano una volta sola…
“Io non lo so se treni così passano una volta sola, potrebbe essere così oppure anche no, ma non ci sto tanto a pensare. Vedremo cosa succederà: a fine stagione vedremo, se arriveranno offerte le valuterò con il mio procuratore, la mia famiglia, ma anche con la società. Decideremo cosa sia meglio per tutti, tutti insieme”.

Tornando invece un attimo ai tuoi record: che effetto ti fa essere accostato ad uno come Eto’o?
“Non scherziamo, Eto’o è un mito per il calcio africano, lasciamolo tranquillo. Per me Samuel è stato un idolo, come probabilmente per tutti i calciatori africani, e solo vedere il mio nome accostato al suo mi fa venire i brividi. Non c’entro nulla con lui, lui era un fenomeno, ha fatto la storia del calcio, ha vinto tutto, io cerco solo di lavorare tutti i giorni per migliorare e aiutare la squadra”.

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Nel corso del campionato, però, ad un certo punto ti sei messo a segnare più di tutti: cosa è scattato in te?
“Nulla di particolare, la stagione di un calciatore è fatta di alti e bassi, momenti di grande forma e momenti in cui magari non sei al meglio. Io sono soddisfatto anche della mia prima parte di campionato, anche se magari segnavo meno. Diciamo che nella seconda parte ho concretizzato di più le occasioni che mi sono capitate, tutto qui. Detto questo, ripeto, il dispiacere è che non sia bastato per raggiungere la salvezza. È stata un’annata strana, in cui abbiamo pagato qualsiasi errore a caro prezzo, forse più di quanto non meritassimo. A volte abbiamo giocato bene, ma perso per colpa nostra. Dobbiamo fare tesoro di tutto questo, ci servirà per il futuro…”.

In ogni caso, una stagione da grande bomber. Abbiamo parlato dei tuoi idoli, ma chi è il tuo attaccante preferito oggi?
“Ce ne sono tanti e, citandone alcuni, sicuro ne dimentico tanti altri. Ad ogni modo, mi piace molto Lewandowski, che credo attualmente sia il miglior centravanti in circolazione. Poi c’è Benzema, che è un fenomeno, Romelu Lukaku, fortissimo, mi piace tantissimo anche Suarez, ma tanto tanto. Poi ci sono i giovani: pensate a quello che sta facendo Haaland alla sua età, sono curioso di vedere cosa possa fare da qui a dieci anni. E penso lo stesso del mio connazionale Osimhen”.

Cioè?
“Per me è un attaccante fortissimo, destinato ad una carriera eccezionale. Il campionato italiano poi è perfetto per lui, perché potrà migliorarsi tantissimo. Secondo me in pochissimo tempo potrà diventare uno dei migliori in circolazione. È in costante crescita e sono particolarmente contento per lui, perché se lo merita. È veloce, è potente, ha tecnica, ha davvero tutto per fare grandi cose. Me lo auguro anche da nigeriano, perché potrebbe essere il futuro della nostra nazionale, ma anche del calcio in generale, per i prossimi dieci anni”. Una bella investitura da parte del calciatore africano più prolifico della storia del calcio italiano. A Victor Osimhen l’arduo compito di batterne il record…

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