video suggerito
video suggerito

Simeone vuota il sacco sui vizi dei calciatori: “Pieni di alibi, fanno incontri tossici”

L’attaccante del Napoli parla a cuore aperto nell’intervista a un quotidiano argentino: “Come faccio ad arrabbiarmi con Spalletti se sceglie Raspadori al posto mio?”.
A cura di Maurizio De Santis
288 CONDIVISIONI
Giovanni Simeone è alla prima stagione con il Napoli. Ad Amsterdam ha messo il suo nome in calce al tabellino dei marcatori di Champions.
Giovanni Simeone è alla prima stagione con il Napoli. Ad Amsterdam ha messo il suo nome in calce al tabellino dei marcatori di Champions.

Le immagini di Giovanni Simeone che discute a bordo campo con il direttore sportivo, Giuntoli, e la garra che mette per segnare all'Ajax appena entrato raccontano di che pasta sia fatta l'attaccante del Napoli. C'era rimasto male, perché pensava che ad Amsterdam avrebbe beneficiato dell'opportunità di partire titolare.

Ma quando è stato mandato in campo, nonostante il match fosse già indirizzato, ha giocato e lasciato il segno come il risultato fosse ancora sullo 0-0. "Come faccio ad arrabbiarmi con Spalletti se sceglie Raspadori al posto mio? Non mi arrabbio. Perdo se mi arrendo e io non mi arrendo. Se l'allenatore non mi schiera rispetto le sue scelte. Ma cerco anche di capire perché ed eventualmente migliorarmi".

In azzurro sa che la concorrenza là davanti è molto forte. Oltre all'ex Sassuolo, che sembra aver trovato finalmente la sua dimensione anche in Nazionale, c'è anche Osimhen, che contro la Cremonese è pronto al rientro dopo l'infortunio muscolare che lo bloccò in Champions col Liverpool. Ironia della sorte, il ‘cholito' prese il suo posto e segnò un gol ai Reds. La gioia per il primo acuto europeo lo lasciò in lacrime. In quel pianto così spontaneo c'è tutta la semplicità dell'uomo che porta pazienza e sta al suo posto. Bada al sodo, alla qualità dei minuti che vive da persona e da sportivo. E vuol prendersi tutto appena può. Un gol al Milan, uno ai Reds e l'altro ai ‘lancieri' lo dimostrano: quando il tecnico chiama, lui c'è.

Tre reti in stagione per il cholito finora. Una in Serie A al Milan, due in Champions (Liverpool e Ajax).
Tre reti in stagione per il cholito finora. Una in Serie A al Milan, due in Champions (Liverpool e Ajax).

"Ogni minuto conta. L'ho imparato quando il mio vecchio ha lasciato l'Argentina ed è andato in Spagna, e l'ho visto due settimane all'anno. E lì ho imparato la qualità del tempo. Se approfitti dei minuti che ti dà un allenatore, sicuramente ti darà di nuovo occasioni. Sono cresciuto così nel calcio".

Non si lamenta ma s'industria. Aspetta e si tiene pronto. Sogna di vestire la maglia dell'Argentina ma sa che convincere Scaloni a portarlo al Mondiale è impresa ardua. Resta umile e pensa a lavorare: "Le possibilità le ho, e le avrò sempre. Ogni domenica ho la possibilità di dimostrare a Scaloni che voglio esserci. Non mi scoraggerò mai". 

Sembra venuto da un altro mondo rispetto alla media dei calciatori di cui parla nell'intervista al quotidiano argentino La Nacion. Nulla di nuovo, ma la conferma che tra le mura nascoste di uno spogliatoio ci sono molte anime che coesistono e venire risucchiati nel lato oscuro del dissenso è una trappola. "È molto comune nei calciatori dare la colpa agli altri – ha aggiunto Simeone -. Ed è facile accusare l’allenatore di non farti giocare. Noi giocatori siamo pieni di alibi che poi sfociano in incontri di gruppo tossici. Nelle squadre che vincono, che sono poche, si vede invece una grande affinità. Non è un caso perché il calcio è pieno di chi preferisce gli alibi".

288 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views