Serie D, Maicon al Sona: studenti, idraulici e rappresentanti di birra i nuovi compagni di squadra
Maicon è ufficialmente un calciatore del Sona, club che milita nel Girone B della Serie D. L'esterno brasiliano che ha vinto tutto con l'Inter di José Mourinho considerato uno dei migliori terzini di questo ventunesimo secolo, oggi 39enne, è tornato in Italia per ripartire dai dilettanti. Maicon infatti è arrivato all'aeroporto di Fiumicino nella mattinata di giovedì 8 gennaio, dove è stato accolto dal direttore sportivo del Sona Claudio Ferrarese (ex calciatore del Torino) e da Thyago de Souza, collaboratore della società veneta. Insieme a lui anche il figlio quindicenne Felipe, che sarà aggregato alle giovanili del club veneto.
La sua nuova avventura in Italia a più di dieci anni dal Triplete conquistato con l'Inter e a più di cinque anni dall'esperienza in maglia Roma parte dunque da una cittadina di 17mila abitanti nell'entroterra della zona del Garda in provincia di Verona. E c'è molta curiosità per vedere come verrà trattato l'asso brasiliano sia dalla società che da allenatore e compagni di certo non abituati a condividere lo spogliatoio con un campione dal passato così glorioso. Paolo Pedrella, il presidente del Sona, infatti è un ferroviere in pensione senza alcuna esperienza nel calcio professionistico, lo stesso vale per l'allenatore Marco Tommasoni che si troverà per la prima volta a dover allenare un campione del calibro di Maicon, per giunta più vecchio di lui di tre anni.
Per quanto riguarda i compagni di squadra invece l’unico che ha assaporato il "calcio vero" è il difensore argentino Paolo Dallafiore, ex Parma, Palermo e Torino tra le altre. Tutti gli altri invece sono dei veri calciatori dilettanti che giocano per passione e che al mattino, prima degli allenamenti vanno a scuola o a lavorare: la maggior parte sono giovani studenti, ma c'è chi fa il rappresentante di birre come il regista Torri o monta condizionatori come il terzino Belfanti. Una squadra composta insomma da gente che gioca a calcio per puro diletto spinta dalla passione (non ci sono dei veri e propri stipendi, ma solo qualche rimborso spese e in tanti giocano addirittura gratis) tanto che non è difficile vedere qualcuno di loro passare con il carrello con il gesso per tracciare le linee del campo o con il tosaerba per tagliare il prato. Quella stessa passione che ha convinto Maicon a rimettersi in gioco a 39 anni ripartendo addirittura dai dilettanti dopo aver vinto quasi tutto ciò che si poteva vincere nella sua gloriosa carriera.