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Serie A, Gravina: “Test fino a fine aprile, poi si ritorna ad allenarsi e a giocare”

Il numero uno del calcio italiano, Gabriele Gravina, ha confermato la ferrea volontà di concludere la stagione: “Non diamoci una scadenza, non è il momento. La volontà è chiudere la stagione scendendo in campo anche in estate. I tempi? Li detterà la FIFA e le istituzioni medico-sanitarie. Ma il calcio farà la sua parte: tamponi a tutti per tutto aprile”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, torna a fare il punto della situazione a Pasqua, dopo l'ultima conferenza stampa del Governo che ha prolungato il lockdown fino al 3 maggio. Misure medico-sanitarie necessarie per proseguire verso la fase 2, quella del rientro alla normalità senza dover ricadere in una nuova pandemia di ritorno. Per il numero 1 del calcio italiano, una misura di cautela necessaria e condivisa, in cui il calcio farà la propria parte, garantendo controlli, test, verifiche a tappeto.

La misura unica e necessaria per poter riaprire le porte è la conferma che non vi siano nuove positività e per questo il calcio è pronto a rimettersi in gioco con una serie di tamponi a tappeto per tutto aprile, dando la possibilità così anche al movimento sportivo più importante d'Italia di avere i presupposti per tornare in campo. Prima per gli allenamenti infrasettimanali, poi per le partite.

La volontà: ripartire dopo gli ultimi test

Gravina è stato chiaro: le misure saranno applicate a tutti, le date e i tempi le detteranno i responsi dei tamponi e le istituzioni medico-sanitarie. Ma si intravvede il sereno: "Non ci poniamo né limiti né scadenze: ma appena si potrà ripartiremo e finiremo la stagione. I tempi? Ci affidiamo alla FIFA e ai comitati medico-scientifici. Su queste direttive costruiremo il nostro prossimo futuro".

Giocare in estate? Non è tempo di porci al momento delle scadenze particolari. La volontà e di finire la stagione, non importa quando, importa che vi siano le condizioni necessarie per tornare in campo

Il ‘crumiro' Cellino

Se da un lato, il presidente della FIGC ribadisce, dunque, la precisa intenzione di ridare il calcio alle persone, dall'altra ci sono ancora forti frizioni interne nel mondo del sistema con chi continua a professare la propria estraneità a questa volontà di scendere di nuovo in campo. Come il presidente Cellino, patron del Brescia che recentemente ha confermato come non voglia schierare la propria squadra: "Non ho paura delle conseguenze, né della Serie B, ma ribadisco: per me la stagione è conclusa, non riporto la squadra in campo".

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